VIA DEGLI DEI
BOLOGNA - FIRENZE
APPENNINI TOSCO EMILIANI
(BO,FI)

 

CARATTERISTICHE DEL PERCORSO

 
PERCORSO ESCURSIONISTICO ESPERTO.
Sentiero molto ripido, a tratti non marcato; presenza di rocce e strapiombi; richiesta un'ottima forma fisica ed un allenamento specifico.
TEMPO DI PERCORRENZA: 9 GIORNI.
Nel tempo di percorrenza sono previste diverse soste e diversi pernottamento lungo il tragitto.
DISTANZA: 120 Km.
Distanza rilevata da GPS non in linea d'aria ma corrispondente al percorso effettivo.
DISLIVELLO: 1200 m.
Differenza tra quota più bassa (minima) e quota più alta raggiunta durante l'escursione (massima).
STAGIONE CONSIGLIATA: INIZIO ESTATE.
Stagione dell'anno nella quale consigliamo di affrontare l'escursione.


La Via degli Dei non è soltanto una delle escursioni più dure d'Italia, è un qualche cosa di più.

Per affrontare "Il Cammino ®" (così si apostrofa in gergo il percorso di trekking della Via degli Dei) è auspicabile prepararsi  fisicamente in modo piuttosto impegnativo ed utilizzare un'attrezzatura di primo livello.

Tutto ciò che si può fare è giungere al giorno della partenza spinti da una forte motivazione ed una forma fisica eccellente ma non si può arrivare preparati alla parte più saliente di questo bellissimo viaggio: alle emozioni, cioè, che esso regala; alle esperienze che si vivono durante questo splendido cammino e alle persone vere che si incontrano percorrendolo in tutta la sua interminabile lunghezza.

 


Navigando in internet è possibile reperire svariate informazioni sulla Via degli Dei; fioccano diversi  consigli (anche autorevoli) che suggeriscono di percorrere tot kilometri ogni tot giorni e di dividere il percorso in tot tappe: prima grande cazzata.

Il percorso è talmente lungo, talmente diverso nelle sue caratteristiche topografiche e talmente variegato nei suoi diversi tratti, che ognuno lo deve affrontare come meglio crede!

Non si tratta di una gara, di una prova fisica. Come sa bene chi è abituato ad affrontare percorsi impegnativi di questo tipo, un lungo percorso di trekking va affrontato con la giusta dose di umiltà (soprattutto nei confronti dei tratti di montagna) mescolata sapientemente alla forte motivazione volta, sempre e comunque, al rifiuto della rassegnazione.

Di conseguenza ognuno deve trovare il proprio ritmo e dividere la tappa come meglio crede.

Credo che il modo migliore di approcciarsi al "Cammino ®"(ho anche avuto modo di confrontarmi con persone che lo stavano percorrendo) sia quello di affrontarlo senza fretta: si tratta di un'esperienza che - nella maggior parte dei casi - si affronta una sola volta nella vita e vale davvero la pena cogliere quanti più dettagli possibile, osservare i paesaggi, scoprire gli odori, conoscere le persone e fermarsi (seppur brevemente) nei luoghi che vale la pena visitare.
Tutto questo richiede tempo; tempo che va tolto alla performance e va regalato a questa esperienza meravigliosa.

L'attrezzatura con cui si parte è di fondamentale importanza, non solo dal punto di vista pratico, ma anche dal punto di vista psicologico: sapere di partire preparati è importante.

E' possibile abbracciare due "filosofie contrapposte" per affrontare il percorso,  entrambe efficaci  nell'impronta che dettano: c'è chi parte molto leggero (e speranzoso, e naturalmente questo consente di mantenere un passo più veloce quindi di percorrere più kilometri nella giornata), e c'è - invece - chi si approccia all'escursione  attrezzato di tutto punto (e con uno zaino più pesante sulle spalle le cose sono molto diverse).
Personalmente ho optato per una soluzione intermedia cercando di evitare di portare attrezzatura per dormire all'aperto (tenda e sacco a pelo in primis) ma anche di prevedere tutto il necessario ponendo particolare attenzione ad un pronto soccorso  ricco e variegato.

La rotta è meravigliosa e devastante, eccola qui:
 



In diversi tratti del percorso è possibile trovare fontane per il ripristino delle scorte dell'acqua ma occorre fare attenzione: le tubature sono alle volte in condizioni fatiscenti, infestate da alghe (e chi più ne ha più ne metta) ed il concetto di potabilità diviene un concetto astratto (e molto ottimistico).

 

Consiglio

Partire con una buona scorta d'acqua: circa 2 litri e mezzo a testa garantiscono la copertura ottimale giornaliera per qualunque circostanza.

Meglio utilizzare le bottigliette da 1/2 litro: offrono la possibilità di essere sostituite facilmente durante il percorso e può capitare di voler offrire una bottiglietta ad un viandante che ne è sprovvisto.



Il sentiero purtroppo non è ben segnalato: ci sono kilometri e kilometri dove non appare proprio nulla e solo una buona consapevolezza di DOVE SI E' e di DOVE SI DEVE ANDARE consente di percorrere il "Cammino ®" senza il rischio di perdersi (diverse persone che lo percorrevano che abbiamo incontrato hanno commesso errori e percorso generosi tratti in più per poter tornare sui giusti passi).

 

Consiglio

Utilizzare un GPS di ottima qualità.
Deve essere uno strumento che si deve conoscere alla perfezione prima di partire e che, se possibile, deve essere uno strumento specifico dedicato alla navigazione (niente APP che fanno riferimento ad uno smartphone che presenta tutti i vari problemi del caso: ricezione linea dati, problemi di batteria, problemi di impermeabilità se piove sul serio, di manovrabilità con i guanti, di leggibilità e di affidabilità).

Meglio evitare anche gli  "strumenti da polso": per quanto sofisticati e di buon livello non rappresentano la soluzione ideale.
La loro cartografia e la loro modalità di navigazione non consentono la flessibilità (e la leggibilità) di prodotti creati ad hoc per lo scopo.

Meglio utilizzare un GPS classico, con un buon display chiaro e leggibile (anche in condizioni di scarsa o assente luminosità), robusto, e con un'autonomia di batteria idealmente infinita (con batterie, cioè, sostituibili in itinere con prodotti standard AA o AAA facilmente reperibili durante il viaggio qualora fosse necessario).


 




Ci dirigiamo verso il Santuario di San Luca, una salita che, come sanno bene tutti coloro che l'hanno già percorsa, inizia già a farsi sentire e ci da il "buon giorno" considerando che la stiamo affrontando con uno zaino di 12-15 Kg sulle spalle...
 

 
Giunti al Santuario ci concediamo una breve, brevissima sosta.
 


Ed eccolo li, l'ingresso ufficiale del Cammino ®:
 


Il sentiero inizia in modo piuttosto dolce, quasi tutto in quota.
Si iniziano a scorgere i tipici paesaggi delle colline bolognesi che diverranno il "nostro mondo" per diversi giorni:
 


Sentiero molto bello, immerso nel verde.
Siamo fortunati, la giornata è perfetta: non c'è troppo caldo.
Iniziamo ad addentrarci sempre più seriamente nel bosco e piccoli dislivelli iniziano a presentarsi.

 

Consiglio

Indossare scarponi di ottima qualità e con caratteristiche specifiche.
Spesso si reperiscono notizie (sul web in primis) secondo cui per quanto concerne le calzature da utilizzare non sono richieste doti di impermeabilità e che lo scarpone non deve essere necessariamente "alto" alla caviglia:  si tratta di un'altra cazzata.

Durante questo percorso l'impermeabilità è una conditio sine qua non se non volete dovervi ritrovare - spesso - a cambiare le calze durante il tragitto.
Anche nella situazione ideale in cui potrete avere la fortuna di non incontrare pioggia "diretta" da affrontare, passeggiare nei boschi - con l'erba alta - nella prime ore della mattina sarà sufficiente per mettere alla prova il concetto che sto esprimendo.

Per quanto concerne poi la protezione della caviglia posso dire che, personalmente, per ben tre volte ho rischiato una storta al piede che sono riuscito ad evitare solo ed esclusivamente grazie al supporto "alto" che mi ha protetto perfettamente.

Lo scarpone, infine, deve essere un prodotto che è già stato testato ed utilizzato precedentemente: la sua perfetta conoscenza fa la differenza.



 


Attraversiamo il fiume Reno utilizzando un simpatico ponte riservato rigorosamente al passaggio pedonale (e alle bici) per concederci una sosta all'ombra.



Il tempo di consumare un ottimo panino con bresaola fresca e limone e si riparte!



Le cose procedono bene e il nostro primo tratto del sentiero si rivela molto piacevole e non particolarmente duro da percorrere.



Ci concediamo uno sosta presso il bed & breakfast Colliva (il Locale è recensito nella nostra sezione "RECENSIONI)".



Un simpatico agriturismo (con funzione appunto di bed & breakfast) ubicato proprio sulla rotta e difficilmente raggiungibile per strada.



Colazione e si riparte!

Il sentiero comincia a "cambiar pelle": gli Appennini iniziano "a presentarsi" e sfoggiano tutte le loro doti che, dal punto di vista dell'impegno sul terreno, non hanno nulla da invidiare a tratti ben più blasonati delle nostre belle Dolomiti che conosco molto bene.

 

Consiglio

Utilizzare uno zaino professionale.
Trattandosi di un percorso molto lungo una scelta superficiale del prodotto andrà inevitabilmente ad affaticare maggiormente la zona delle spalle che, al lungo andare, potrebbero cominciare a provocare dolore.

Occorre quindi cercare di compensare questa naturale tendenza utilizzando un prodotto che abbia a disposizione una fascia molto ampia a livello della cintura che possa essere stretta e allargata in modo lineare al fine di creare un perfetto equilibrio nella distribuzione del peso tra spalle e addome.


 



Passeggiare dentro il bosco, "quello vero", regala scorci molto belli.



C'è pace e si procede non senza fatica.



Ma, per gli appassionati del trekking, è davvero uno spettacolo: ad ogni curva un dettaglio diverso.



La salita si fa sentire in modo deciso e anche la flora inizia a mutare.



Chi ha affrontato la scalata al Monte Adone conosce l'impegno che questo tratto di sentiero impone. Si sale e di parecchio:



Terreni rocciosi sono presenti un po' ovunque sul percorso e rendono il tratto parecchio impegnativo.

Ed una volta giunti in cima...



... la discesa non si rivela meno impegnativa!



Si termina sulla strada nei pressi della famigerata Trattoria Monte Adone (il Locale è recensito nella nostra sezione "RECENSIONI)" presso cui ci siamo concessi una sosta nel piccolo parco adiacente il ristorante.

Si riparte percorrendo un generoso tratto di strada ma senza percorrere un solo metro in piano.



Giungiamo al bed & breakfast I Falchi Pellegrini (il Locale è recensito nella nostra sezione "RECENSIONI)".
 



Una struttura che mette a disposizione addirittura un mini appartamento dotato di ogni confort; compresa una piccola cucina a vista che si è rivelata di importanza strategica per potersi rifocillare in modo opportuno.



Il bed & breakfast, infatti, è convenzionato con un'abitazione privata che dista poche centinaia di metri  dove una simpatica Signora (Sonia che saluto!) prepara deliziosi pranzetti da asporto che vengono particolarmente apprezzati dopo una lunga giornata nei boschi.

Percorriamo un piccolo tratto di strada: la giornata è perfetta ed un'arietta deliziosa ci fa compagnia.



E mentre apprezziamo qualche curiosità locale...



... ogni tanto ci concediamo qualche minuto di sosta per reidratarci e sgranocchiare una barretta energetica al limite del legale per quantità di calorie e altre sostanze di dubbia provenienza.

Il tratto di strada lascia ben presto il posto ad un sentiero straordinario dove si scorge, in lontananza, un ripetitore. Li è dove dovremo arrivare.



Ecco raggiunto il ripetitore che, da vicino, si rivela in tutta la sua grandezza: perlomeno il segnale per il telefono, in questo punto, c'è!



Scoviamo, lungo il sentiero, uno dei classici "punti di ristoro" dedicati alla Via degli Dei; un luogo, cioè, dove è d'uopo fermarsi lasciando commenti scritti esprimendo le proprie impressioni su questa meravigliosa esperienza.
Ognuno è libero di scrivere ciò che vuole.
E non mancano le testimonianze di un ricco passaggio.



Strani cartelli durante il tragitto...



E, all'improvviso, ecco che in lontananza compaiono le sagome di torri eoliche immerse nella natura.



Torri che, da vicino, rivelano la loro imponenza ed evidenziano un rumore tutt'altro che inesistente.



Ovviamente (!) la zona è molto ventosa ma un bel sole in quota consente di rimanere in maglietta.

 

Consiglio

Portare con se una coppia di bacchette di buona qualità.
Investire qualche decina di euro in più considerando un percorso di questo tipo offre la possibilità di utilizzare bacchette ammortizzate, con regolazioni precise, robuste ma contemporaneamente leggere.

Le bacchette devono essere configurate in modo tale che il loro posizionamento nello zaino sia rapido ed efficace così come la loro estrazione: è un processo che si ripete molte volte e occorre rendere l'operazione semplice ed immediata.


 



Percorriamo un tratto cittadino e facciamo sosta presso un bed & breakfast dove si esegue qualche "operazione di manutenzione" agli abiti che portiamo con noi.

Qualche ora di sonno e si riparte, questa volta, ancora prima dell'alba: il tratto è impegnativo e voglio cercare di arrivare al Passo della Futa per ora di pranzo.



Si procede costeggiando il bosco in totale oscurità ed è un'esperienza unica nel suo genere!

 

Consiglio

Utilizzare una pila facciale di buona qualità.
Deve essere impermeabile ed utilizzare batterie standard di tipo AAA (o AA): meglio evitare le batterie "a bottone" di difficile reperibilità durante il tragitto.



L'alba sta per sopraggiungere e la temperatura è piuttosto bassa rispetto a quella massima diurna: si passeggia con la felpa.

Rumori di animali ci pervengono da ogni direzione; nelle ore notturne la fauna, riconquista e reclama il bosco come suo territorio esclusivo: davvero molto emozionante.



Senza parole.



La notte lascia il posto alle luci dell'alba e noi abbiamo già percorso un bel tratto di strada!



Mentre si percorre il sentiero la morfologia che ci capita innanzi appare in continua evoluzione; una caratteristica che ho avuto modo di notare fin dall'inizio di questa "passeggiata di 120-130 Km".



La legna, qui, non manca di certo.



La tipologia di percorso cambia inaspettatamente e un tratto di strada lascia il posto ad un bellissimo sentiero...



L'aria è fresca è la giornata è molto ventosa.



D'altra parte abbiamo raggiunto quasi i 1100m e si sente!

Si procede con passo deciso anche se non molto veloce, ben vestiti e immersi in una pace surreale.

E come accade sempre il sentiero cambia pelle di nuovo e ci troviamo a percorrere una piccola strada asfaltata circondati da un bellissimo bosco: davvero stupendo.

 

Consiglio

Munirsi di una felpa  di media pesantezza (meglio se in materiale di microfibra che vanta doti di leggerezza e di facilità ad asciugarsi una volta bagnata).

Il "Cammino ®" raggiunge e supera, in alcuni tratti, i 1150m; si attraversano poi zone molto ventose (molto) e può capitare di percorrere tratti del sentiero nelle ore notturne.


 



Improvvisamente ecco un cartello che avvisa l'ignaro passante che si sta entrando in una zona dove si pratica il Soft-air.
Non so perché ma il termine mi dice qualcosa...



E' incredibile: senza saperlo stiamo attraversando il campo degli Iena Korps (che saluto): roba da non credere.



Campo bellissimo e bosco piuttosto "duro".

Proprio al centro del loro campo di gioco ecco che ci appare davanti un monile in rappresentanza del confine tra Emilia Romagna e Toscana:



Un passo in più, un balzo, ed iniziamo l'esplorazione di questa bellissima regione d'Italia: la Toscana!

Tratti di bosco da favola: da togliere il fiato per quanto bello.



Il sentiero diviene molto impegnativo; è durissima.

Roccia, radici e qualche traccia di fango (poco per fortuna) ci impegnano davvero molto.

Poi, all'improvviso, ecco scorgere in lontananza una conformazione architettonica inconfondibile: si tratta del famoso Cimitero militare Germanico della Futa che ci ricorda che il traguardo di tappa non è lontano!



Una struttura molto particolare che, almeno una volta nella vita, bisogna visitare.

La zona è sempre (sempre) pervasa da un forte vento e la struttura è di dimensioni gigantesche.



Ancora 500-600m e, finalmente, arriviamo al Passo della Futa, perfettamente in orario sulla tabella di marcia!



Giusto il tempo di una breve sosta nel delizioso parchetto che costeggia il Passo...



... e ci ritroviamo pronti per deliziarci con i famosi manicaretti del suddetto Ristorante.

Rifocillati e risollevati percorriamo gli ultimi kilometri che ci separano dalla nostra struttura.



Giusto il tempo di un'ottima (ed elegante) cena ed una generosa dormita e...



... si riparte!

Dopo un brevissimo tratto di strada ci imbattiamo in un sentiero che ci condurrà in un bosco fitto e in decisa pendenza: molto impegnativo devo dire.



Superato il bosco si prosegue per il sentiero e qui ci attende una brutta sorpresa (forse l'unica di tutto il viaggio)!



Per motivi inspiegabili un piccolo tratto del sentiero (visibilmente presente e davanti a noi) è ostacolato da un bel cancello contornato da filo spinato.
Un bel problema: impossibile (o per lo meno improponibile) tornare indietro e ripercorrere kilometri nella direzione opposta.
Avanzare, d'altra parte, diviene una scelta piuttosto pericolosa.
Nelle campagne Toscane, infatti, serpeggia una "moda locale" molto diffusa per quanto concerne la proprietà privata: oltre a cani di dimensioni molto generose (e spesso addestrati proprio per la guardia) si aggiungono anche padroni dal grilletto facile e armati "in modo adeguato".


 

Non demordiamo: decidiamo di scavalcare (uno alla volta) senza gli zaini che verranno "gettati" oltre il reticolato una volta scavalcato il cancello e giunti nella proprietà a fianco .



Probabilmente non siamo stati i primi a pensarlo visto il buco nel reticolato che ci siamo trovati d'innanzi e che anche noi abbiamo sfruttato.


 

E come si suol dire, passiamo dalla padella alla brace: riusciamo - si - ad eludere la proprietà privata ma ci ritroviamo, a nostra insaputa, all'interno di una seconda proprietà privata che comprende il sentiero originale.

Procediamo imperterriti verso il reticolato della seconda proprietà e, in modo del tutto parco ed elegante, "abbassiamo leggermente" un palo del filo spinato per eludere il perimetro e trovarci, questa volta, all'interno di una struttura "tipo fabbrica".



Scopriremo presto che siamo riusciti a violare anche la proprietà privata della famigerata e famosa fabbrica dell'Acqua Panna (!) che, per la terza volta, ci vedrà costretti ad attraversare un reticolato di filo spinato per giungere, finalmente, sulla pubblica strada.



Momenti impegnativi.

Ci riassettiamo... e ripartiamo cercando di interfacciarci con il sentiero che, ora, risulta "leggermente" fuori rotta.



Ma i (due) GPS Garmin che abbiamo con noi (con diversa cartografia per poterli confrontare e decidere in itinere) non deludono e, in breve tempo, riabbracciamo la rotta corretta ed arriviamo in prossimità del prossimo step.

Paesaggi da cartolina.

Poche cose appaiono così belle dal vivo come le colline Toscane:



Transitiamo in un piccolo paese dove saccheggiamo un supermercato locale di fronte agli sguardi sconvolti delle persone che ci vedono entrare con zaini e bacchette.



Giungiamo, infine, al nostro bed & breakfast: Il Nido di Gabbiano (il Locale è recensito nella nostra sezione "RECENSIONI)".



Una struttura completamente (e sapientemente) restaurata che vanta doti di eleganza non indifferenti.
Particolare, poi, la saletta semi interrata riservata alla cena ed alla colazione:



Colazione eccezionale con tanto di omelette servita calda!

Ed eccoci pronti a ripartire!

Il sentiero prosegue entrando ed uscendo dai boschi circostanti alternando tratti cittadini...



... a quelli boschivi.



Qui i cipressi non mancano e non hanno connotazione "negativa" come dalle nostre parti.



Giungiamo, infine, alla nostra struttura dove, con nostra grande sorpresa, ci attende una sala spettacolare dove ci verrà servita la cena. Una buona dormita e siamo di nuovo in cammino.
Il sentiero è perfetto: largo, in quota, circondato da un bosco magnifico.
Rimango senza parole.
Come spesso succede ci concediamo un attimo di pausa in prossimità dei mausolei dedicati proprio al Cammino ®:



Giungiamo in prossimità di un convento di monaci che costeggiamo.



Una "leggera" discesa ci fa compagnia...



...prima di uscire dal bosco...



... e percorrere un tratto di brughiera. Spettacolare.



Giungiamo nella nostra ultima struttura; come sempre una modesta capanna senza pretese:



Vista mozzafiato e cena raffinatissima.



Ci siamo, d'ora in poi non ci saranno più soste notturne fino al traguardo finale.
Si riparte!

Il tratto finale è molto impegnativo e non bisogna "mollare psicologicamente": anche se la meta si avvicina occorre rimanere sempre concentrati.



Firenze, stiamo arrivando!

Come ormai spesso accade i ripetitori sulla cima delle colline ci fanno compagnia...



Ci concediamo un attimo di meritato riposo e l'emozione è tanta: sentiamo che la meta e vicina; c'è fervore!

Ed improvvisamente, in uno scorcio libero dalla boscaglia, eccola la, ancora piccina piccina in lontananza, ma è lei: Firenze!



E più si cammina... più le abitazioni ed i monumenti si "ingrandiscono" ai nostri occhi.



Un passaggio a San Piero a Sieve rappresenta l'ultimo avamposto civile prima della Grande Città.



Ed eccoci qui.
Ce l'abbiamo fatta!



Abbiamo raggiunto Firenze!

Stanchi si, ma pervasi da una gioia profonda.

Un viaggio davvero emozionante.
Un percorso che ci ha messo alla prova sia dal punto di vista fisico che psicologico e che siamo riusciti a gestire nel meglio dei modi.

Siamo stati anche molto fortunati dal punto di vista metereologo: probabilmente se avessimo dovuto percorrere alcuni tratti del Cammino ® in condizioni di pioggia (e quindi di fango) sarebbe stata molto più dura.

In ogni caso ce l'abbiamo fatta ed ora si torna a casa!

Niente male.
 


 

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A disposizione il file PDF che contiene un riassunto dei riferimenti del caso:

 
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