Che "bei tempi" quelli in cui i fari venivano considerati solo per la loro funzionalità e l'unica opzione disponibile per l'automobilista era la scelta se ordinare o meno i fendinebbia! Non sono passati neppure troppi anni e sono arrivati i proiettori allo xeno che hanno dato la possibilità di migliorare la sicurezza di marcia personalizzando nel contempo la vettura. Infine, più di recente, i fari a Led, che garantiscono un'illuminazione ottimale con bassi consumi di energia. Questo è il progresso e occorre stare, inutile dirlo, al passo con i tempi. In questo capitolo non ci occuperemo volutamente degli aspetti puramente troppo tecnici delle tecnologie dei vari tipi di illuminazione (assai diverse tra loro), ma cercheremo piuttosto di descrivere le nostre esperienze al fine di fornire un minimo di dati per poterVi mettere nella condizione di poter scegliere la configurazione che meglio si adatta alle vostre esigenze personali. Può sembrare banale ma, anche se il concetto di illuminazione che riguarda le auto è identico a quello che compete le moto... in realtà alla guida di un ciclomotore il ruolo di un proiettore efficiente diviene molto più importante di quanto (banalmente) lo sia mentre ci si trova alla guida di un auto: si dispone (nella maggior parte dei casi) di un solo proiettore e l'efficienza e l'affidabilità di quest'unica "risorsa" non può essere messa in discussione. Chi GUIDA DAVVERO nelle ore notturne SA come questo semplice concetto sia di primaria importanza. Acquistando un'auto nuova le probabilità di disporre già di un'illuminazione avanzata sono ormai una realtà; le cose non sono così scontate se si acquista una moto, anche nuova: Vi troverete spesso nella situazione classica in cui si dispone del proiettore con classica lampada alogena.
Le lampade alogene sono frutto della tecnologia nata nei primi anni 60. Nel bulbo delle lampade ad incandescenza vengono inserite piccole quantità di sostanze, come lo iodio, che consentono di aumentare la luminosità e la durata. Le lampade sono contraddistinte dalla lettera H nella sigla identificativa. La più diffusa nei proiettori più recenti è la H7, che assorbe 55 watt, emette circa 1.500 lumen e ha temperatura di colore di 3.200 °K. La durata delle H7 standard è attorno alle 500 ore. Più la moto è di tipo "custom" più la carenza della luce rappresenta una realtà presente. Nelle moto più tecnologicamente avanzate, infatti, l'illuminazione viene particolarmente curata già in fase progettuale. Al contrario nelle moto di tipo opposto viene quasi considerata come una "cosa di secondaria importanza", e questo è un grave errore.
Nei nostri viaggi, infatti, abbiamo subito riscontrato il problema e abbiamo cercato di risolverlo in vari steep. Dapprima abbiamo sostituito la lampada originale con una lampada (sempre alogena) di maggior performance: le "classiche" Philips Blue vision o Extreme Vision offrono già una situazione migliorata ma, ahimè, ancora insufficiente.
Di che si tratta PRECISAMENTE? I primi proiettori xeno per auto risalgono al 1991. La lampada, riempita di gas xeno, non ha più il filamento, ma due elettrodi tra cui viene innescato un arco elettrico, molto luminoso: da qui il nome corretto di lampada a scarica in gas. Il sistema comprende anche una centralina e un accenditore che innalzano la tensione alla lampada da 12 a circa 25.000 volt; inoltre, i proiettori DOVREBBERO ESSERE obbligatoriamente dotati di lavafari e regolazione automatica dell'assetto. Le lampadine sono identificate dalla lettera D e nelle versioni normali, che assorbono 35 watt, emettono 3.200 lumen con una temperatura di colore che parte da 4.200 °K. La durata è di circa 3.000 ore. Da poco sono disponibili i proiettori dotati delle nuove lampade a scarica da 25 watt, che emettono 2.000 lumen: in tal modo rientrano nel limite che consente di fare a meno dei lavafari e della regolazione di assetto automatica. I fari, così, possono essere più economici. Dal punto di vista delle prestazioni, il sacrificio rispetto alle versioni da 35 watt è contenuto, grazie anche alla temperatura di colore leggermente più alta (4.500 °K contro 4.200) che a sensazione compensa, in parte, il minor flusso luminoso. Applicando questa tecnologia alle nostre moto abbiamo ottenuto un tipo di illuminazione totalmente rivoluzionato: decisamente un altro mondo!
Si migliora IN TUTTO: distanza, tipo di luce, potenza e, perche no, anche in "piacere di guida" perché si produce un tipo di luce che comunque risulta essere davvero appagante. In moto, poi, l'effetto è ancora più affascinante ed esclusivo: inutile negarlo. I fari allo xeno si diversificano per Gradi Kelvin. I Gradi Kelvin indicano, in pratica, il "colore" della luce: una gradazione di 5000k risulta essere di gradazione bianca mentre aumentando la gradazione si passa all'azzurro e quindi al viola:
Diventa una questione di gusto personale ma... allontanarsi troppo dai 5000k Vi rende più "identificabili" oltre a produrre un tipo di luce non adatta alla guida notturna. Problema apparentemente risolto, quindi? Attenzione perché... ci sono alcuni "dettagli" che vanno tenuti bene in considerazione. 1) Se si viene beccati dalle forze dell'ordine si incorre, infatti, nel sequestro immediato del mezzo in quanto non si dispone (ovviamente) dell'omologazione per quel tipo di proiettore. E, badate bene, questo non è un problema da poco. La luce di questo tipo si scorge da lontano ed è inequivocabile: l'agente di polizia ha tutto il tempo per estrarre la paletta e, a quel punto, il gioco è fatto. E credetemi, se molti agenti chiudono un occhio (più che altro un orecchio) per le marmitte elaborate (non che...) sono - di solito - implacabili con luci non omologate ed i fari allo xeno sono in cima alla lista. Se si prova ad ipotizzare questo terribile scenario magari durante un viaggio all'estero... capirete bene che una riflessione in materia va fatta e va fatta bene. 2) Secondo problema (non meno importante) l'affidabilità: la lampada allo xeno è piuttosto delicata, soprattutto all'interno di un faro di una moto che "vibra" (non che...) molto più di un'auto. In caso di rottura della lampada la sostituzione (od il suo reperimento) può rappresentare un problema serio. Inoltre si possono guastare anche la centralina o l'accenditore (in gergo il ballast) con danni irreparabili. 3) Infine si verificano, sporadicamente, problemi in fase di accensione: ogni tanto il faro NON si accende e occorre arrestare e riaccendere la moto. Il problema è che, nelle ore diurne, non ci si accorge della cosa e si può incorrere in spiacevoli sanzioni. Tutto questo noi lo abbiamo provato sulla "nostra pelle" e genera ansia e preoccupazione; sensazioni che, durante un viaggio, non bisognerebbe mai provare. Problemi non da poco. Ma si sa: il Pellone viene stimolato dai problemi, ed è in grado di trasformare le problematiche in sfide. Ci siamo, quindi, orientati sulla tecnologia a LED. Si tratta
dell'ultima frontiera dell'illuminazione. Al posto delle lampade
tradizionali (o a scarica) ci sono compatti gruppi di Led ad alta
luminosità. E c'è il modello cromato per la moto del Beno...
... ed il modello nero per la moto del Tony!
Vediamoli montati sulle nostre moto:
Con la ghiera nera poi il faro led è ancora più cattivo:
A fronte di una spesa "non proprio modesta" si compie il grande salto e, all'improvviso, si entra in possesso di una tecnologia che somma tutti i vantaggi dello xeno alle condizioni di affidabilità eccezionale dei led. E non è tutto: il Prodotto è perfettamente omologato e si gira tranquilli! E... il tipo di luce? Iniziamo ad analizzare la luce di posizione: un bellissimo led bianco troneggia fiero al centro del proiettore.
Il prodotto è identificato dalla casa costruttrice come "Daymaker": Vi garantisco che il nome NON E' un eufemismo: luce ne fa. La luce anabbagliante si ottiene con l'associazione di tre led (su cinque).
Ma quando il "gioco si fa duro" e si inseriscono gli abbaglianti si aggiungono 3 led dedicati e il fascio globale che si ottiene è davvero notevole:
Facciamo un confronto reale rispetto ad un faro originale con lampada alogena di serie. Confrontiamo, dapprima, le luci anabbaglianti:
Il confronto è imbarazzante: la luce "sul campo" è devastante e la notte diviene, semplicemente, giorno. Confrontiamo, di seguito, le luci abbaglianti nelle quali si riscontrano le differenze maggiori. In molti fari originali, infatti, la luce abbagliante si sostituisce alle mezze luci (soprattutto nelle moto di tipo custom) mentre con il proiettore a led si ottiene un effetto stupefacente poiché i led si sommano tra di loro fino ad ottenere un fascio di luce che non ha semplicemente eguali:
E anche l'effetto frontale che si ottiene è... di tutto rispetto:
Alcuni modelli Sposter dispongono, di serie, della tecnologia led applicata all'illuminazione posteriore. In tutti gli altri modelli "occorre" quindi intervenire al fine di ottenere un certo grado di uniformità di progetto relativo del nostro custom. Inutile dire, inoltre, che in questo caso si otterranno tutti i benefici di affidabilità e visibilità propri della nuova tecnologia a led. Ecco, ad esempio, un modello adottato dalla PELLONIWEB:
Sobrio ed elegante durante il giorno e... bellissimo al calar del sole:
A conclusione dei nostri test e considerando tutta l'esperienza che abbiamo maturato in merito mi sento di NON consigliare un prodotto allo xeno ma di mantenere il proiettore originale magari adottando una lampada alogena potenziata. Naturalmente questa scelta va ponderata se per la Vostra moto non è disponibile un proiettore omologato a led. In questo caso, però, potreste cogliere l'occasione ed acquistare un'Harley Davidson e beneficiare di un duplice vantaggio: guidare una gran moto e... guidarla di notte come di giorno!
|