Alla domanda:"quest'anno Raga siete andati a fare un giro in moto?" ... ci sentiamo di rispondere un secco "SI".

Nell'estate 2015 ci siamo cimentati in un simpatico itinerario che ci ha visto, questa volta, abbandonare le coste italiane per approdare addirittura a quelle spagnole.

Abbiamo optato per un percorso di tipo "circolare" che, in base alle nostre esperienze di viaggio, si è rivelato sempre il tipo di itinerario migliore: consente di non ripetere la strada già percorsa e offre, quindi, sempre nuove situazioni da vivere insieme.

Diversificando le modalità di percorrenza abbiamo, quindi, pianificato il viaggio di andata a bordo di un efficiente traghetto da crociera ed il viaggio di ritorno prevedendo un estenuante tratto di costa spagnola e francese nella classica ed affascinante modalità "on the road" a bordo dei nostri collaudati Ferri.

Un itinerario che, chilometro più - chilometro meno, si attesta sui 2000 Km: un percorso più che sufficiente per godersi alla grande un viaggio in moto!

La rotta prevede, quindi:
- imbarco dalla città di Savona e percorrenza nel mediterraneo fino a Barcellona;
- soggiorno per 3 giorni nella Città;
- partenza con destinazione Francia e tappa a Saint Tropez;
- soggiorno di 2 giorni nella Città;
- rientro con destinazione Fe:
 

 
Dopo un viaggio del genere "a cavallo" della moto nulla è più come prima.
 
Affrontare tappe giornaliere di quasi 700 Km fa crescere moltissimo: dover affrontare (e risolvere in loco) le varie problematiche durante il viaggio rende davvero più sicuri di se e, ora, nulla - ne sono sicuro - sembrerà rappresentare più un problema.

La rotta ha richiesto un'accurata preparazione che ci ha visti impegnati, nei lunghi mesi invernali, alla console dei nostri potenti PC in un lavoro di minuziosa e maniacale pianificazione:
 


Siamo partiti con GPS di ultimissima generazione, cartografia stradale europea 2015, autovelox di Spagna e Francia (oltre, ovviamente, ai soliti Italiani), moto super tagliandate e ogni genere di ammennicolo che è possibile montare su un mezzo a due ruote.

Ed ecco il momento della partenza che non può avere luogo senza l'ormai consueto rito propiziatorio della colazione insieme al bar :
 


Come sempre accade durante i nostri viaggi le condizioni meteorologiche sono eccezionali: c'è un bel sole ma non eccessivamente caldo e si riesce ad indossare il giubbo senza soffrire.

I chilometri scorrono via bene e, ogni tanto, ci si concede una meritata pausa caffè / paglia:



Giungiamo al primo punto intermedio, uno stabilimento balneare nella città di Savona: il mitico Bagno Wanda.

Parcheggiamo la moto a pochi metri dal bagno e ci concediamo, come prima cosa, un lauto pranzetto a base di specialità di pesce, apostati in un frugale tavolino con vista mare:



La borsa da moto (sapientemente preparata con un "Kit da spiaggia" dedicato alla sosta a Savona comprendente asciugamano, crema e ciabatte) ci consente di metterci in totale libertà senza compromettere la disposizione del bagaglio che rimarrà, quindi, ben chiuso nel parcheggio poco distante da noi. Chi viaggia in moto SA quanto questo aspetto sia importante e tutt'altro che banale:
 


L'arietta è frizzante e la giornata è super: l'ideale per rilassarsi dopo un corposo tragitto in moto.



Il tempo passa liscio come l'olio e, ormai, è ora di Spritz. Intervistiamo, quindi, un ragazzo del luogo che ci offre indicazioni per il locale più cool della città: detto - fatto.
 


Si tratta del Pub Brandale, locale in voga in zona Porto, nel quale è possibile consumare ottimi aperitivi serviti ai simpatici tavolini completamente immersi nel centro storico della città marittima (E' possibile consultare la Recensione del Locale nella sezione "Recensioni" del Sito Web).
 


Al sopraggiungere della sera arriva il momento dell'imbarco: i nostri Ferri vengono stipati all'interno della pancia della nave. Gli operai procedono nel legare con cura meticolosa tutte le moto e questi, bisogna ammetterlo, sono momenti di ansia: ad ogni "tiro" di cinghia le moto risultano sempre più schiacciare a terra e si teme per l'integrità del cavalletto.
 


La nave non è male: non esageratamente grande offre un buon comfort di viaggio e da la possibilità di beneficiare di una mini crociera in vista della Spagna.
 


Naturalmente occorre brindare al momento catartico: pare, infatti, che una "lieve concentrazione" di alcool nel sangue aiuti a contrastare meglio il rollio di una nave (mah?!?).
 


Avendo prenotato una cabina da 4 posti ci concediamo una notte di riposo... in compagnia di un fottuto soffione che, dalla zona soffitto della cabina, getta aria all'interno ad una temperatura non superiore ai 10-12°C.
Diciamo che in cabina non si è sofferto il caldo:
 


Si dorme coperti come nei mesi invernali ma, per fortuna, la dotazione non manca e la notte scorre tranquilla:
 


Riposati e rifocillati ci godiamo la navigazione sul ponte di prua: uno spettacolo per la vista e per la mente.
Venticello (tipico delle crociere in mare aperto) delizioso che fa respirare a pieni polmoni: fumare un sigaro cubano in queste condizioni è davvero appagante!
 


Ci siamo: Barcellona appare all'orizzonte!



Le operazioni di sbarco si sarebbero anche svolte in modo tranquillo se non fosse stato per un avviso, dispensato dagli altoparlanti nei corridoi delle cabine, che avverte di dover lasciare la cabina due cazzo di ore prima dell'arrivo!
La notizia ci coglie "lievemente impreparati": si stava dormendo di brutto (riposino pomeridiano) e ci troviamo - quindi - catapultati all'esterno cabina praticamente infilati dentro la borsa da viaggio. Sciocchezze.

Il nostro Hotel dista 5' (da GPS) dal luogo dello sbarco: pianificazione superficiale e improvvisata.

Percorriamo le strade della Città in moto ed è uno spettacolo: strade ampie e ben tenute. Intuiamo subito che lo spagnolo medio non è particolarmente ligio al codice della strada (non siamo in Svizzera) e quindi, da bravi viaggiatori, ci amalgamiamo ai i costumi locali. In un attimo ci adeguiamo allo stile di guida spagnolo percorrendo a cannone un viale in contromano (passando davanti alla sede della Polizia Municipale locale) per arrivare al parcheggio interno dell'Hotel.

Fortunatamente schiviamo (la maggior parte) dei passanti e scompariamo nel buio del parcheggio all'interno del quale il "leggero rumore" dei motori copre le ormai lontane imprecazioni della gente sopravvissuta in strada.

Effettuiamo il check-in in Hotel e qui, ci rendiamo subito conto di essere "capitati" in un posto davvero, davvero, figo (Recensione Locale: sezione "Recensioni").

Si tratta dell'Hotel Gaudi, uno dei SOLI TRE HOTEL DI BARCELLONA, ad essere dotato di parcheggio interno per auto e specificatamente per moto: lasciare la moto in giro per le strade di Barcellona non è una grande idea.

La stanza è notevole: ampia, elegante, dotata di ogni comfort e non priva di doppi servizi:
 


Persino l'ascensore è figo: dotato di climatizzazione interna (con tanto di gradi visualizzati sul display) è piacevolmente accompagnato da una musichetta di sottofondo e accessoriato con tetto a "cielo stellato". Una chiccheria:



Alla reception ci dicono che il punto di forza dell'Hotel è il piano attico nel quale è situato un elegante bar con servizio ai tavoli: senza nemmeno toglierci i giubbi saliamo all'ultimo piano per il "brindisi di benvenuto":



 

Ancora non ci si rende conto di quanto il piano attico possa offrire: al momento ci colpisce quasi "solo" la vista di un tetto adiacente opera del Maestro Antoni Gaudí.
Intuiamo il perché del nome dell'hotel.



Affrontiamo la colazione mattutina con la tipica classe inglese: poco cibo, un sorso di te ed una frugale pasta consumata nel silenzio più assoluto (circa 1500 Kcal procapite ingerite).
 


Ed eccoci scorazzare per Le Ramblas!

Un'intuizione semplice quanto geniale: il passaggio pedonale è situato nel centro della strada e, ai lati, le auto percorrono le carreggiate opposte in sensi alternati. In pratica il contrario rispetto a quanto succede da noi.
Questa insolita configurazione offre la possibilità di passeggiare in entrambe le direzioni di marcia su di un unica, grande carreggiata: in questo modo i contatti umani risultano, di fatto, valorizzati ed amplificati al massimo!



Notevoli alcune interpretazioni di uomini-statua che, dal vivo, lasciano letteralmente... di stucco.
 


La gente è di diversa etnia: non solo spagnoli ma, ovviamente, un sacco di turisti.
Si è subito piacevolmente colpiti dallo spirito positivo della Città: serpeggiano sorrisi, risate e, in generale, una contagiosa allegria che spazza via ogni accenno di eventuale malumore. Che gran paese la Spagna!



E che gran Gente gli Spagnoli!
Simpatici, gentili, disponibili ma... incasinati come LA LORO METROPOLITANA!
Un incredibile mescolio di tunnel nei quali occorre salire, scendere e camminare come mai mi è capitato di dover fare in una grande città europea!



In ogni caso la Metropolitana si rivela il modo migliore per visitare la (grande) Città.

Ci dirigiamo verso Platja de Barceloneta: difficile non rimanere colpiti dall'ampiezza degli enormi marciapiedi riservati al passeggio.



La gente affolla la spiaggia e, al contrario rispetto i nostri lidi, qui c'è praticamente solo gente giovane: gli anziani qui non esistono!
E non esistono nemmeno i lettini...

Decidiamo di concederci un bagno di sole...
 


... ma la gola si secca rapidamente: urge un rimedio.
La parola d'ordine, a Barcellona, è Mojito: il famoso cocktail (peraltro di origine cubana) composto da rum, zucchero di canna, succo di lime, foglie di menta e acqua.



Che delizia e che spensieratezza gustare un ottimo cocktail all'ombra in zona spiaggia vista mare:
 


Ci buttiamo alla ricerca di un tipico localino della zona porto... ovviamente privilegiando cibo dietetico e acqua di fonte:



Pieni come delle uova di Pasqua ci indirizziamo verso il famosissimo Parco Güell.

Realizzato tra il 1900 e il 1914, doveva essere all'origine una specie di città-giardino sul modello inglese. Fu commissionato a Gaudí dal suo mecenate, l'industriale Eusebi Güell, che aveva comprato una collina a nord della città.
Rispetto al progetto complessivo furono completate solo due abitazioni dove, in una delle due, abitò per molti anni lo stesso Gaudí.
La città di Barcellona lo acquistò nel 1922, trasformandolo in parco pubblico.



La passeggiata all'interno del Parco è molto interessante e piuttosto stimolante: seguendo il sentiero la parola d'ordine è varietà.



Grandi spazi...
 


... si alternano a suggestive sculture ricavate nella roccia: davvero niente male.
 


Le strutture evidenziano il lungo lavoro che l'Architetto ha realizzato e ogni scorcio non è mai prevedibile o banale: una condizione non semplice da mettere in atto in un lavoro di queste dimensioni.



Posizionando il cellulare (e abbandonandolo a se stesso) ad una distanza assurda rispetto a noi ci concediamo una foto ricordo!



Pienamente soddisfatti da una giornata ricca di vita decidiamo di approfondire meglio la conoscenza del piano attico dell'hotel perché... spunta fuori anche una stuzzicante mini piscina con vetrata a strapiombo nel vuoto dotata di idromassaggio:
 


La doccia è diabolica: completamente invisibile incastonata nella parete scatena tutta la sua ira non appena si sfiora un pulsante sul muro.
E se farla in costume da bagno può avere un senso... subirla vestiti è tutta un'altra cosa... fidateVi.



Gli ignari visitatori della costruzione di fronte non possono far altro che sgranare gli occhi e rimanere, letteralmente, a bocca aperta.



La vista è incantevole: da qui si domina Barcellona!



Non mancano le curiosità all'orizzonte come, ad esempio, uno stargate inutilmente mimetizzato.



Il bagnetto in piscina mette sete e ci si trascina verso il servizio bar.



Carmen prepara cocktail atomici ma, potete credermi, non ha la mano leggera.



E mentre il Beno si rilassa in compagnia di un ottimo tabacco...



... il Tony affronta il cocktail di Carmen con effetti disastrosi.



Davvero una Location elegante.
E se nel tardo pomeriggio raggiunge il massimo per potersi rilassare dopo i bagordi della Città...



... nelle ore serali l'atmosfera che è in grado di creare non è da meno: una figata pazzesca!



Arietta fresca e pace sul tetto della Città: il massimo.



Ci avevano consigliato di visitare la Boquera: il mercato all'aperto più ciozzo di Barcellona. Non ci siamo fatti trovare impreparati ed eccoci qua:



Mentre si passeggia nelle "vie" che compongono il Mercato si viene immersi in un crogiuolo di colori e di profumi:



Atmosfera spettacolare: sono presenti diversissimi generi alimentari che offrono infinite possibilità di gustare le prelibatezze locali.



Ci si potrebbe aspettare una scarsa igiene da un mercato di queste dimensioni ed invece si rimane piacevolmente stupiti del contrario: monoporzioni pulitissime (e molto pratiche) e molta cura da parte degli Operatori del settore.



Tutto fa voglia! Gli abitanti di Barcellona scorrazzano con naturalezza smangiucchiando di qua e di la... e questo ci rassicura moltissimo: avvertiamo, infatti, la sensazione di non essere in un luogo dedicato tipicamente ai turisti ma, al contrario, di vivere un Mercato "reale", genuino e sincero.



Burritos strepitosi.



Vogliamo parlare della possibilità di gustare un succo fresco appena spremuto?



Ed il pesce non teme confronti: a Barcellona è di ottima qualità e, qui, viene presentato al meglio:



Monoporzioni "da passeggio" che potrebbero essere un'ottima idea anche dalle "nostre parti"...



Ci spostiamo presso Casa Batlló, considerata una delle opere più originali del celebre architetto (Gaudí ovviamente). Il lavoro, completato nel 1907, modificò notevolmente l'aspetto dell'edificio, rivoluzionando la facciata principale:



Davvero suggestive le decorazioni. Ammirate da vicino lasciano stupefatti per la cura dei dettagli:



Altri "due passi" ... ed eccoci nei pressi della Sagrada Família!



Una grande basilica cattolica, tuttora in costruzione, capolavoro  dell'architetto (chi sarà?) Antoni Gaudí.



I lavori iniziarono nel 1882 e l'edificio venne iniziato in stile neogotico, ma quando Gaudí subentrò come progettista dell'opera nel 1883, all'età di 31 anni, fu ridisegnato completamente.



Per il resto della propria vita Gaudí lavorò alla chiesa, dedicandovi interamente gli ultimi 15 anni della propria vita.



Lasciamo l'imponente Struttura un po' perplessi, a dire la verità: il dubbio sul fatto se mai l'Opera riuscirà mai ad essere ultimata non riesce ad abbandonarci...

E mentre riflettiamo su questo inquietante interrogativo... ci concediamo una visita all'Harley di Barcellona:



Negozio niente male nel quale cediamo a qualche acquisto... con la scusa di un souvenir.



Su insistenza del Tony approdiamo in un negozio galattico di Disegual: una struttura imponente disposta su due piani.



Devo dire che, nonostante non sia particolarmente appassionato di shopping, il Disegual di Barcellona mi ha colpito: roba bella e... tanta, tantissima varietà!
Da non perdere per gli appassionati del genere.



Un'altra dritta che avevamo ricevuto riguardava la fontana Font màgica de Montjuïc, sita nella Plaça d'Espanya.

Per arrivarvi si percorre un lungo "corridoio" costellato da piccole fontane che adornano in modo elegante il viale:



Venne costruita in occasione dell'Esposizione Universale del 1929 da Carles Buïgas.

La fontana è di forma ellittica e presenta circa trenta giochi di acqua, ognuno dei quali con una sua particolare colorazione basata su una combinazione dei cinque colori utilizzati: giallo, azzurro, verde, rosso e bianco.



Non servono molte parole per descrivere lo spettacolo che ci siamo trovati davanti: 







La gente non manca, questo è sicuro. Fioccano i cellulari ed i tablet per cogliere qualche scatto delle varie combinazioni di colori:



Davvero uno spettacolo appagante. A fatica, e sempre con estremo garbo, riusciamo a conquistarci un posticino sopra il muretto di protezione per scattare le foto.



E se è fuori dubbio che l'occhio vuole la sua parte, lo stomaco non è da meno: urge un rimedio culinario. E allora, visto che siamo a BARCELLONA, decidiamo di assaggiare la paella così come la servono qui.
E la proviamo al nero di seppia...



... e tradizionale: in ogni caso davvero ottima.



Perché non fare "due passi" verso la Platja?

Qualche chilometro a piedi è l'ideale per digerire e, nonostante il sopraggiungere della notte, ci mettiamo in cammino.

Beh... devo dire che ne è valsa la pena.



Una quantità smisurata di ragazzi e ragazze si è infatti riversata in questa zona della Città a testimonianza che Barcellona è, prima di tutto, divertimento allo stato puro.



Locali "giusti", bella gente, illuminazione perfetta e un'atmosfera allegra pervade questo lungo tratto di spiaggia.



E si... non siamo al Lido delle Nazioni: Bob Sinclar è, infatti, qui a poche decine di metri da noi.



Sono le due di notte ma qui nessuno accenna minimamente ad andarsene, ANZI: la gente continua ad arrivare!



Si mangia, si beve, si fuma e ci si diverte: non male, davvero niente male.



Perché il Pacha... è sempre il Pacha...



Interessante il caratteristico orinale disposto brutalmente lungo la strada e incredibilmente in mezzo alla gente: si fanno i propri bisogni a pochi metri da gruppi di ragazzi e ragazze che non fanno, a riguardo, neanche una piega.



E nonostante tutti i migliori propositi ("non dobbiamo assolutamente fare tardi che domani ci aspetta un tratto di strada devastante") concludiamo la serata ad un orario assurdo, talmente stanchi e talmente lontani dall'Hotel da essere costretti, nostro malgrado, a rientrare in Taxi.

Ma come si fa a perder tempo a dormire a Barcellona?

Il giorno seguente le pecore iniziano sapientemente a belare: ci attende un tratto di costa bello MA impegnativo, una sbergola da 650 Km che dovremo riuscire a coprire obbligatoriamente entro le ore 20 della giornata (limite del check-in dell'Hotel).



Accendiamo le moto, ci guardiamo negli occhi e ci scambiamo il segno di "OK".
Partiamo.

Fortunatamente le strade spagnole non tradiscono le nostre aspettative ed i vari "pezzetti" di strada sperimentati in Italia con StreetViewer da PC si rivelano per quello che sono: le strade sono ampie, ben tenute e piacevolissime da percorrere.



In poco tempo raggiungiamo il confine con la Francia e tutto fila liscio:



Appena percorsi pochi chilometri in Francia ci rendiamo subito conto che le strade, qui, sono totalmente diverse: persino la qualità del cemento è scarsa, fioccano i lavori in corso, diminuiscono le corsie ed il traffico - di conseguenza - aumenta sensibilmente.



In ogni caso la percorrenza della strada, che costeggia il mare, è piacevole e, fortunatamente, il tempo è PERFETTO: ne troppo caldo, ne troppo freddo.



In una stazione di rifornimento incontriamo due Personaggi simpaticissimi che, istintivamente, ci attaccano bottone (in francese!) condividendo la nostra passione per i viaggi in moto.
Si tratta di Michel et Annick Nomdedeu che salutiamo dalle pagine del nostro Sito!

Scatta qualcosa, quel "qualcosa" che succede solo in determinate situazioni e ci ritroviamo a fare due chiacchiere come vecchi amici: 



Dopo averci scambiato mail e numeri di telefono, ci abbracciamo e riprendiamo il lungo viaggio.

E sosta dopo sosta...



... rifornimento dopo rifornimento ...



... arriviamo alla destinazione con un tempismo che ci lascia perplessi, di stucco.
Ricordo esattamente, infatti, di aver spento la moto, di essermi tolto il casco e aver girato istintivamente lo sguardo verso l'orologio analogico da manubrio. L'orologio segna le 19:59. Zago scende dalla moto e fa l'ingresso in accettazione alle 20.00 esatte: la situazione, a dire il vero, ci fa un po' paura ed io ed il Tony ci guardiamo in silenzio senza dire nulla.

Soggiorneremo a Sainte-Maxime, ridente cittadina che si affaccia sul Golfo di Saint-Tropez ed ha la fortuna di avere "alle spalle" i Monti dei Maures: questi ultimi proteggono dal maestrale e saranno in grado, infatti, di regalarci per tutto il nostro soggiorno un clima dolce e temperato, l'ideale per una passeggiata serale.

All'orizzonte scorgiamo un'interessante negozio di arredi per interni...



... il Tony individua un articolo che gli potrebbe interessare ma il prezzo al di poco di sotto dei 500€ ci comincia ad allertare su DOVE ci troviamo.



Il giorno seguente lo dedichiamo al relax del corpo e della mente.
Il residence dove soggiorniamo è piuttosto confortevole e tra il Tony e lo Zago serpeggia l'agonia sfrenata che sfocia in un duello all'ultimo sangue di ping pong:





C'è invece chi preferisce dedicarsi totalmente al relax beneficiando di un bagno di sole a bordo piscina:



Perché la piscina c'è eccome ed è anche molto figa.



Come novità 2015 sfoggiamo i nostri teli da bagno personalizzati (con logo del Sito e le nostre firme serigrafate): gli altri Ospiti del Residence rimarranno piacevolmente stupiti dalla raffinatezza del gesto...



Naturalmente il tutto sempre con l'immancabile sottofondo musicale del "potente" Kennex che, dal viaggio in Toscana, ormai ci segue fedelmente rivelandosi indistruttibile nonostante le specifiche tecniche sostengano il contrario!



Nonostante l'evidente stato di rilassamento generale non abbandoniamo mai le buone maniere e l'ordine, in stanza, regna sovrano.

Ecco, infatti, la zona dello Zago ...



... quella del Beno ...



... ed, immacolata, quella del Tony...



Debitamente riposati e ricaricati ci dedichiamo alla visita della Cittadina, andando, come prima cosa, alla ricerca di cibo. E qui l'ideona: perché non pranzare a base di Crepes? In fin dei conti siamo in Francia no?

E qui una scoperta sconcertante: in Francia, le crepe salate, vengono preparate con farina derivata da grano saraceno! Questo ingrediente conferisce alle Crepes un orribile colore marrone che va di pari passo con il relativo sapore: fanno davvero cagare.



Il resto, fortunatamente, è ottimo:



... e abbondante!



Nel pomeriggio? Aperitivo a Saint Tropez, naturalmente.

Ci dirigiamo verso il traghetto che, in pochi minuti, ci porterà nel famoso Comune di poco più di 4000 abitanti.



Che pomeriggio: mare liscio come l'olio e bellissimo tramonto.
Atmosfera magica.



In attesa della partenza del traghetto pausa paglia...



... e pausa Whatsapp ...



Mentre ci avviciniamo a Santro... iniziamo ad accorgerci delle "barchette" che ronzano intorno alla costa...



E se, da lontano, possono ingannare un occhio non esperto, man mano che ci si avvicina irrompono in tutta la loro sfolgorante e vistosa sfrontatezza:



Uno schiaffo in faccia alla povertà.
Qui non si scherza Raga, qui ci sono imbarcazioni da decine di milioni di euro...



Diverse filosofie di navigazione: meravigliose imbarcazioni da crociera... e super motonavi con motori dalla potenza innominabile capaci, sulla carta, di dare il pago alle motovedette della Guardia Costiera!



Ci buttiamo per le vie del Paese!



La cosa buffa è che, anche tra i ricchissimi, evidentemente c'è il problema del parcheggio: è incredibile constatare che, tra una nave e l'altra, non ci sia una spazio superiore al mezzo metro.

Sconcertante:



Come spesso accade il località molto esclusive l'ingresso ad alcuni locali qui non è determinato necessariamente dalla disponibilità economica ma, soprattutto, di basa sul fatto di essere (o meno) una Personalità conosciuta.



Saint Tropez è senza dubbio uno degli ultimi bastioni del capitalismo: trasuda lusso e sprezzo del denaro.



Tra i tanti yacht serpeggia anche qualche barca di gran classe ma è una mosca bianca.



La parola d'ordine, qui, è "più grande è, meglio è".

Osservare, a pochi metri dall'ormeggio, yacht a tre piani di altezza beh... non lascia indifferenti: al di la dello status symbol che questo tipo di imbarcazioni indubbiamente rappresentano non si può non rimanere affascinati dalle meraviglie della tecnica costruttiva che molte case costruttrici sono state in grado di realizzare. Vere e proprie ville di lusso galleggianti... ma in grado di sfrecciare a 30 nodi in mare aperto. Scusate se è poco.



I negozi del Paese sono imbarazzanti: basta chiudere gli occhi, pensare ad un brand di lusso e riaprire gli occhi; ci si troverà davanti alla relativa vetrina.
Incredibile.



Al sopraggiungere del tramonto le luci degli yacht amalgamate a quelle del viale principale creano un'atmosfera davvero esclusiva: da visitare almeno una volta nella vita.



Iniziamo a leggere, con nonchalance, i menù esposti poco fuori dai ristoranti più rinomati.
I prezzi non sono alti (come peraltro ci si poteva spettare), sono proprio proibitivi.
Siamo nell'ordine di oltre i 100€ A PORTATA  (dico a portata, ok?). Facendo due conti così, sommariamente, sedendosi a tavola con un discreto appetito e senza guardare troppo a cosa (e quanto) si beve... ci si attesta tranquillamente sul mezzo chilo a testa (mance escluse).



Dopo un breve briefing di carattere filosofico - logistico decidiamo, quindi, di abbassare un attimo il target...  e ci orientiamo verso un menù minimalista e salutare: un'ottima baguette farcita va più che bene!



Nella notte l'illuminazione a led di uno yacht  ci lascia perplessi e, in un qualche modo, ci pare di "conoscerlo". Apriamo internet e selezioniamo un sito che si occupa delle 10 imbarcazioni più costose del mondo. E li... cazzo: lo abbiamo trovato. Di proposito mi rifiuto di riportare su queste pagine il prezzo di questa meraviglia della tecnica ma, se doveste provare ad immaginarlo, aggiungete uno "0".



Una cantante classica si aggira, indossando uno strepitoso abito da sera, tra i tavoli degli ospiti deliziandoli con il suono della sua voce: non male per digerire bene le ostriche.



Il Tony scorge, all'orizzonte, un "piccolo" negozio dedicato alle caramelle e altre schifezze.
Ma siccome qui tutto è "extra" e "super" per definizione, anche questo negozio è strepitoso nel suo genere!



E siccome è giusto assaggiare "qualche" prelibatezza locale... facciamo su tipo  mezzo chilo di caramelle... tanto per non lasciare nulla al caso.



Che serata! Posti del genere non capita di vederli tutti i giorni.

Il tempo di concederci qualche ora di sonno e... è già ora di ripartire: ci attende l'ultimo tratto, il più lungo... oltre 700 Km.



Tanto per non rendere la cosa banale, invece di partire prestino come ci eravamo prefissati di fare, iniziamo a girare il Paese come tre allocchi alla ricerca di un benzinaio perché, inutile dirlo, il Tony necessita di carburante.

Alla ragguardevole ora di un quarto alle 10 partiamo verso FE, un "pelino" in ritardo rispetto la tabella di marcia.

Il meteo, per la prima volta, cambia volto: il cielo non preannuncia nulla di buono ma non abbiamo scelta (e nemmeno margine) e quindi: si parte!
 


Nonostante le condizioni meteorologiche non siano delle migliori il panorama è sempre molto bello e viaggiare sulla costa è il massimo, in moto.



Inizia un "leggero venticello" che, il limite di velocità imposto a 70 Km/h in autostrada, ne aiuta a comprenderne l'intensità: in pratica si guida piegati a 30° e, contemporaneamente, inizia - timida - la prima pioggerellina.

Decidiamo di fare una sosta nell'ultimo Autogrill francese da cui, tra l'altro, si fa l'occhiolino a Monaco.



Il viaggio prosegue ed è davvero dura: c'è traffico (si alternano rallentamenti), piove (non poco) e soprattutto c'e' sempre un vento fottuto che si inserisce trasversalmente rispetto la direzione di marcia dando il meglio di se all'uscita delle (innumerevoli) gallerie. Una bella prova di guida, non ce che dire!

Le moto si inzuppano fino al midollo e, partite tirate a lucido, ora sono completamente irriconoscibili:



Iniziamo a sentire la stanchezza e ci fermiamo nella prima stazione di sosta Italiana.
Tra una birra, un panino ed una paglia si verificano i primi cedimenti psicologici: ecco il Tony in preda ad un riso isterico che diverrà, in parte, anche contagioso.



Si prosegue, inesorabili.
Le espressioni del viso descrivono, ormai, scene di ordinaria follia:



Il tragitto è talmente lungo da essere in grado di esaurire l'autonomia della batterie del GPS accreditate per 12h di navigazione continua.
Alcuni di noi dispongono delle opportune batterie Duracell Alcaline di scorta, altri... si devono "accontentare" delle niebrissime pile stilo AA by Ikea:



Ad ogni singolo rifornimento (o sosta) si procede all'acquisto di una bottiglietta d'acqua che viene sapientemente stipata nell'apposita porta lattina nella moto del Beno.

Saremo anche stanchi, ma non certo disidratati: beviamo come i cammelli (e non solo acqua)!



Lo Zago taglia per Milano e, per l'ultimo tratto verso FE, rimaniamo io ed il Tony.

Giungiamo nei pressi di Bologna ad un'ora assurda. Sono talmente tante le ore in cui siamo in moto da non ricordarcelo nemmeno più.

Diamo un colpo di telefono allo Zago: è arrivato vivo, lui ce l'ha fatta e ora tocca a noi.

Ultima foto ricordo...



... scattata con mezzi di fortuna che, come sempre, ci hanno dato modo, però, di riuscire a documentare questo incredibile, strepitoso ed indimenticabile Viaggio.



Io e il Tony ci salutiamo. Poche parole, forse nessuna, che sott'intendono un lungo, lunghissimo discorso.

Giungo nei pressi di casa dopo tre quarti di giornata a cavallo della moto.
Difficile pensare di riuscire a fare di più.
Difficile pensare, questa volta, di essere in grado di superarci di nuovo.

Ricordo di essere entrato in cortile, aver spento la moto e di essermi ritrovato sorpreso a sorridere.

Beh, questa è vita.




 



 


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