Terza settimana di Agosto: le previsioni meteorologiche sono di totale instabilità; previsti temporali un po' tutti i giorni e... un po' ovunque al nord. Non si tratta certo della condizione ideale per affrontare un itinerario in moto; sarebbe saggio rimandare. Decidiamo, quindi, di partire. La nostra "sfrontatezza" deve aver provocato qualche tumulto nell'equilibrio spazio temporale della nostra dimensione perché, di fatto, durante il nostro Viaggio è sempre piovuto vicino a noi, prima del nostro passaggio in un determinato luogo, dopo che noi avevamo trascorso del tempo in un determinato luogo, MA MAI MENTRE ERAVAMO in quel determinato luogo. Una condizione, questa, che non abbiamo compreso immediatamente ma che, invece, si è messa pian piano in evidenza durante il tragitto sfiorando, spesso, l'assurdo; facendoci rimanere perplessi come si rimane perplessi di fronte a fenomeni naturali che non si è in grado di comprendere. Ma procediamo con ordine. Destinazione Lago di Garda & Lago di Iseo; come sempre pianifichiamo un percorso circolare per evitare di percorrere più volte lo stesso tratto e massimizzare, quindi, il divertimento:
Ci attrezziamo aggiungendo alla dotazione standard opportune tute anti pioggia specifiche per la moto: prima o poi, pensiamo infatti, questa volta prenderemo dell'acqua. Rito propiziatorio alla pasticceria Vogue; il sole splende e la giornata sembra ottima:
Affrontiamo il primo tratto di strada e tutto procede liscio: il termometro della BMW dello Zago segna un invidiabile 24,5°C e nemmeno il giubbo è di troppo. Ci concediamo una pausa giunti all'autostrada del Brennero:
Sigaro cubano, caffè, rifornimento e si riparte...
Non appena abbandonata la A22 diretti verso Riva del Garda inizia ad apparirci dinnanzi un paesaggio stupendo:
Reduce da una settimana di vacanza trascorsa sulle Dolomiti non sono facilmente impressionabile di fronte a paesaggi naturali ma la vista, qui, è mozzafiato:
Inutile dire che ci fermiamo per immortalare qualche scatto rischiando di fatto la vita essendo praticamente impossibile accostare sul ciglio della strada:
Giungiamo a Riva del Garda e parcheggiamo i Ferri:
Giornata da paura, si sta da Dio.
Intravediamo un invitante sentiero che, scopriremo poi, costeggia tutto il Lago: l'ideale per sgranchirsi un po'...
Ci troviamo, in pratica, a relazionarci con il loro concetto di "spiaggia": un indovinato mix di Lago, pratino all'inglese tenuto in maniera maniacale, arietta fresca, sole, lettini, asciugamani e gente un po' ovunque:
Nonostante la presenza di molte famiglie... perlopiù la gente che popola la "spiaggia" è gente giovane e... bella! L'acqua è limpida e le montagne sullo sfondo aggiungono quel pizzico di magia rispetto al quale non è facile rimanere indifferenti.
La passeggiata prosegue e, rimanendo sempre in prossimità del Lago ma in una zona piuttosto raccolta, scorgiamo una specie di club privato immerso in un parco. L'aspetto è quello tipico dei posticini frequentati da Flavio e Silvio... e decidiamo - quindi - imprudentemente di entrare. Una cartolina:
Una sotto sezione del Lago in privato.
L'immancabile piscina...
... ed alcuni piccoli percorsi naturalistici in miniatura con tanto di anatrella anch'essa educata e fiera nella sua navigazione:
E qui... il cancello automatico che, per puro culo, avevamo trovato aperto poco prima, si presenta ben chiuso e sfoggia un dispositivo di riconoscimento tessera wifi per aprirlo. Temporeggiamo. Entrano due clienti, ci guardano, noi sorridiamo facendo finta di intavolare una conversazione e, con nonchalance, ce la battiamo. Urge un rimedio culinario. Il lungo Lago è ricco di rifugi per affamati e scegliamo quello che più ci ispira:
L'istinto del Pellone difficilmente sbaglia e gustare del buon cibo di fronte ad un paesaggio del genere è davvero appagante.
Proseguiamo la passeggiata dirigendoci verso le moto.
Facciamo rotta verso l'hotel guidando (chi di Voi c'è stato lo sa bene) attraverso una serie infinita di gallerie che, di fatto, attraversano la montagna nel tratto a strapiombo sul Lago: la strada è semplicemente fantastica! La guida è morbida, la visiera del casco alzata, l'andatura è media ed il panorama che ci si presenta davanti è uno dei più belli affrontati da noi in moto. E noi, di viaggi in moto, ne abbiamo fatti. Giungiamo in hotel: pozzanghere di pioggia a terra... ma la giornata è da gavettoni sulla spiaggia. Senza neppure chiederci il perché ci togliamo tutto e ci buttiamo in piscina:
Figata. Si rinasce. La stanchezza del Viaggio, seppur minima, svanisce di colpo.
La camera è piuttosto ampia e dotata di ogni comfort, balcone incluso.
Ora... vivendo a FE: dove si va, di solito, a fare aperitivo? Sangio? Piazza? Banale. Il Tony (che non è riuscito a partire assieme a noi) decide di raggiungerci per l'ora di aperitivo coprendo il viaggio che lo Zago ed io abbiamo coperto in mezza giornata in poco più di due ore. Il concetto, infatti, secondo cui in autostrada venga indicato il limite di velocità di 130 Km/h è legato al fatto che, molto opportunamente, qualcuno ha provveduto ad installare gli scive tutor che, di fatto, rendono impossibile superare la velocità media indicata senza incorrere in contravvenzioni anche piuttosto salate. Ma sulla Statale Traspolesana... i cartelli che indicano il limite di 90 Km/h prima e di 110 Km/h dopo sono semplicemente un "consiglio", un'indicazione di massima. E' questa l'interpretazione del Tony che, doppiando quasi in alcuni tratti il limite di velocità, è riuscito ad abbassare il tempo di percorrenza di viaggio del 30% rispetto quello previsto dal navigatore GPS. Anche in questo caso le previsioni meteo si presentavano critiche: il Tony decide di rischiare e, inutile dirlo, arriverà secco. Giunge da noi in condizioni limite... presentandosi con uno strano ammennicolo situato nella parte posteriore della moto, curioso:
E... quindi: aperitivo insieme!
Uno spritz tira l'altro e, le espressioni talvolta un po' "fiorite", inducono lo Zago ad appoggiare il calice sul tavolo in maniera, come dire, un po' corposa:
L'aperitivo si sviluppa in maniera interessante... e strizza l'occhio a l'ora di cena. Decidiamo di concederci un'ottima cenetta in riva al Lago in uno dei migliori ristoranti di Riva del Garda: il Bellavista (E' possibile consultare la Recensione del Locale nella sezione "Recensioni" del Sito Web).
E qui ci apriamo:
Delizie per il palato:
Piatti deliziosi ed abbondanti, cosa strana data la categoria del Ristorante:
Ci alziamo dal tavolo in lacrime... visibilmente alterati in volto: siamo in uno stato godurioso. Senz'altro una delle migliori cene dei nostri Viaggi. L'atmosfera della serata è magica: la luna troneggia sopra il Lago:
Invece del temporale previsto (confermatoci anche dalla nipote del direttore dell'hotel) prosegue una serata all'insegna del bel tempo che fa da sfondo a locali alla moda...
... e fa da collante ad una moltitudine di gente radunata davanti al Bar Sailing (E' possibile consultare la Recensione del Locale nella sezione "Recensioni" del Sito Web) dove si sta consumando un divertente spettacolo di musica dal vivo... devo dire anche niente male.
E come, a quanto pare, accade un po' ovunque in questa Località... gente giovane ovunque e zero persone anziane (qui i vecchi non esistono). Immortaliamo uno scatto:
Ma perché tornare in hotel a mani vuote quando si può stipare nelle borse della moto una vaschetta di gelato (+ relativi coni) con il rischio di sciogliere tutto e rovinare la borsa? Lo Zago estrae lo smatphone ed è un attimo: il gelato è nelle nostre mani. Detto - fatto: eccoci in hotel con il dessert:
Nonostante il rompimentus maroni di Arturo che, in maniera davvero noiosa e poco elegante, ci INTIMA di non sostare a bordo piscina nelle ore notturne... ci sistemiamo - appunto - a bordo piscina, con il nostro gelato, una quantità non ben definita di cucchiaini e la musica di sottofondo sempre accuratamente selezionata ed erogata dal potente stereo portatile bluetooth da viaggio (accessorio indispensabile durante gli spostamenti in moto). E tra un discorso e l'altro... un cucchiaio di gelato e l'altro... l'atmosfera si fa Pellona:
Ora immaginate la situazione, immedesimateVi: sono le 04.00, nell'hotel regna la pace assoluta. Tutti gli ospiti dormono e la zona tutt'intorno è assolutamente tranquilla, in pace. Nella nostra stanza si accende una luce fioca: è il Tony che si infila gli stivali (il resto è già indossato). Poco dopo le 04.30 il totale silenzio di Riva del Garda viene rotto da un rumore assordante ed intenso, fastidioso e bellissimo che penetra nelle ossa e attraversa muri e vetri grazie all'onda portante a bassa frequenza: è il Tony che accende la sua Harley e... ritorna a FE dopo "la serata". Il viaggio di ritorno si perde nel misticismo locale e la realtà si fonde già con la legenda: si raccontano storie di incontri promiscui tra pattuglie di carabinieri ed il Tony; sono anche giunte segnalazioni di una moto impazzita vagante per Riva del Garda in preda alla follia... fatto sta che l'alba viene immortalata nei pressi dell'autostrada del Brennero:
Dopo una dose di caffè di 400ml (un bicchiere da 0,4) ed una pasta...
... viene addirittura battuto il record di percorrenza su tempo stabilito all'andata, considerando la totale assenza non tanto di traffico quando proprio di anime al volante a quell'ora. Viene ottenuto un tempo di rientro assurdo che non posso, non voglio riportare in queste pagine per motivi di decenza. Lo Zago ed io ci svegliamo affamati e ci buttiamo sull'ottimo buffet della colazione:
Naturalmente sempre nel massimo rispetto degli ospiti e della struttura:
Gustare un buon caffè con vista sul Lago... non è male eh.
Ci approcciamo alle moto e, tanto per cambiare, notiamo in terra del bagnato: la notte, evidentemente, ha piovuto ma quando? Siamo stati all'aperto tutta la prima parte della notte e - ovviamente - non pioveva; il Tony è partito poco prima delle 05.00 e non pioveva assolutamente... quindi... non può che essere piovuto dalle 05.30... alle 07.30 al massimo poiché, alle 08.00 quando ci siamo alzati, ci siamo trovati di fronte uno splendido sole. Mah. Ci dirigiamo verso il Lago di Iseo. Facciamo rotta verso Sulzano, una località situata in prossimità dell'Isola Monte Isola che vorremmo proprio visitare. Parcheggiamo i Ferri ad un centinaio di metri dall'imbarco:
Osserviamo una discreta coda di turisti intenti a procurarsi il biglietto presso, appunto, la biglietteria. Quindi entriamo nel bar di fronte (autorizzato alla vendita dei biglietti) e in 30 secondi li procuriamo, saltiamo tutta la coda e ci appoggiamo davanti all'imbarco per l'isola:
Il battello che arriva non è poi così piccolo come ce lo aspettavamo: non è la batana che traghetta le presone tra Porto Garibaldi e Lido Estensi. La piacevole navigazione che ci separa dall'isola è molto suggestiva: il sole picchia forte ma un'arietta fresca lo rende assolutamente sopportabile e, anzi, auspicabile. Si sta da dio:
Eccoci a Monte Isola: un delizioso borgo dove, pare, le "incursioni" turistiche riescono a fondersi alla perfezione con la struttura locale senza alterarne la filosofia di riservatezza e silenzio caratteristiche di posti come questi.
Spiccano, immerse nel verde, le classiche ville da barboni:
Passeggiamo sul bordo Lago - lato Isola:
Per poter scattare la foto utilizziamo, come cavalletto, un binocolo fisso da osservazione di conformazione ovale sulla cima: il telefono rischierà seriamente di cadere nel Lago e sono attimi di adrenalina pura.
Una volta recuperato il telefono diamo un'occhiata tramite il binocolo ad un'isoletta che si osserva poco di fronte a noi della quale lo Zago pare essere interessato all'acquisto. Rubo una foto da Internet per farVi vedere di che si tratta:
Continuiamo la passeggiata sempre costeggiati da capanne in fango come questa:
Lo stomaco reclama! Ci concediamo un break nei pressi di un barettino niebro situato in prossimità dell'imbarco; locale modesto ma con vista splendida:
Risaliamo in sella alle moto con destinazione Desenzano del Garda! Viaggetto delizioso e, a parte il rischio di incendio della mia moto durante un rifornimento di carburante, tutto procede liscio come l'olio d'oliva Carapelli. Giungiamo all'hotel. Cioè... hotel: una stamberga di quarta categoria che, evidentemente, lo Zago ha prenotato dopo aver fumato (parecchia) gangia. La tipa all'ingresso, tutta allegra e pimpante, ci dice cose assurde e , dopo aver scalato migliaia di gradini entriamo in quella che avrebbe dovuto essere una stanza d'albergo. Imbarazzante: simboli religiosi appesi ovunque (prontamente rimossi), mobili in finto legno che rimangono in mano, prese di corrente divelte dai muri... il terzo mondo. Spicca il sistema di infotainment della stanza:
Ci guardiamo negli occhi sconvolti... e mentre lo Zago, incredulo, controlla su Booking come un posto di merda come questo possa essere fregiato di ben tre stelle di qualità ed un voto medio alto di recensioni, accade qualcosa. Le pareti iniziano a tremare, un rumore assordante diviene, man mano, più intenso, più forte. Ci accorgiamo che diventa impossibile parlare tra di noi: pronunciamo delle frasi ma non riusciamo a sentirci reciprocamente. D'istinto ci dirigiamo verso la finestra convinti di essere vittima di un terremoto e scorgiamo, praticamente a 80m da noi, un treno che transita a cannone a non meno di 120 Km/h:
Capiremo presto che questo dovrà essere il nostro destino: convivere con - NON UNA - ma con ben DUE linee ferroviarie percorse ininterrottamente giorno e notte da fottuti treni che viaggiano a velocità supersoniche. Zago mi calma appena in tempo mentre sono intento a scendere per gettare la tipa della reception sotto i binari. Proviamo a riposare un paio d'ore (utilizzando ogni sorta di escamotage) e ci prepariamo per visitare Desenzano. Accidenti che bella cittadina!
Praticamente un classico "centro storico" ma elegante, raccolto e pieno di gente che passeggia giuliva e felice. E anche qui: zero vecchi.
Persino la raccolta del pattume è ciozza: viene utilizzato un baldacchino elettrico con una sorta di proboscide che, beneficiando di un sistema pneumatico, assorbe dal terreno la spazzatura senza fare il benché minimo rumore.
Tutte le costruzioni sono in perfetto stato di conservazione e passeggiare per le stradine è un piacere.
Individuiamo il locale più cool per concederci un meritato aperitivo...
... e quindi ci rilassiamo ben posizionati vista passeggio:
Nel centro di Desenzano il must è avere un cane (minimo) al guinzaglio. Tutti ce l'hanno e cani e padroni si muovono educati e silenziosi quasi come si trattasse di un set di un film. Nonostante la quantità impressionante di questi animali per le strade non si ode un guaito, ne si assiste al benché minimo litigio quando gli animali si incontrano. Incredibile. Proseguiamo la passeggiata dirigendoci verso la zona che costeggia il Lago:
Sul lungo Lago è presente la classica stradina pedonale molto frequentata per la passeggiata:
Presenti anche moltissime imbarcazioni:
Incontriamo, di nuovo, alcune simpatiche anatrelle: qui cigni e anatre si incontrano ovunque!
Il clima è sensazionale: leggero venticello appena percettibile e temperatura perfetta.
Scorgiamo un piccolo faro all'orizzonte; un cartello intima ai turisti di NON SALIRE sul muro per raggiungerlo ma di utilizzare, invece, la passeggiata a terra. Decidiamo, quindi, di salire sul muro:
Fantastico; le foto non hanno bisogno di commenti, credo:
Essendoci sfondati di stuzzichini vari all'aperitivo non abbiamo molta fame... desideriamo più qualcosa di... particolare: ancora una volta lo smartphone dello Zago non perdona e, in un attimo, ci troviamo davanti al chiosco Il Ghiottone (E' possibile consultare la Recensione del Locale nella sezione "Recensioni" del Sito Web) presso cui abbiamo la possibilità di assaggiare una delle migliori crepe mai assaporate in assoluto. Facciamo amicizia con i due proprietari... che ci offrono addirittura un assaggio della loro specialità ancora in fase di elaborazione, un dolcino allo yogurt, gelato e panna ciozzissimo:
Rimpinguati e soddisfatti proseguiamo la passeggiata catturando qualche scatto di alcuni particolari architettonici locali:
Sta sopraggiungendo la sera, Desenzano illuminata è ancora più bella:
Facciamo ritorno alla stamberga, poco fiduciosi di riuscire a chiudere occhio. Mentre si chiacchiera, in stanza, praticamente i convogli entrano nella camera, passano attraverso il letto ed è possibile, dopo un po' di pratica, scambiare qualche parola con i passeggeri del convoglio. Forse sarà stata la disperazione, forse lo stato d'animo di assoluta rassegnazione ma, incredibilmente, riusciamo a dormire la notte! Ancora oggi, la sera prima di coricarmi, mi ritrovo sorpreso a visualizzare su Youtube un video di un treno che passa essendomi abituato al tipico e caratteristico rumore. Arriva mattina, alzo le tapparelle della stanza ed indovinate un po'? Le moto risultano visibilmente tronche: ancora una volta è piovuto (e anche copiosamente a quanto pare) nella notte mentre noi dormivamo. Va bene, ok: è normale.
Ripartiamo verso casa dopo una colazione consumata nella stamberga a base di fette di pane confezionate e altre schifezze del genere. Il caffè è disgustoso e nemmeno la vaschetta del tergi ne sarebbe degna. Lasciamo l'hotel con la promessa di non farvi mai più ritorno e... percorriamo, insieme, il tratto fino a Verona: qui, lo Zago, si staccherà dalla rotta verso FE diretto verso Milano. Mi concedo una pausa sulla Traspo: un cubano, un sorso d'acqua fresca (in dotazione alla moto) e punto verso casa. So che non ci crederete, so che potrà sembrare impossibile ma (il Tony lo può testimoniare) giungo a casa, apro le porte del garage e metto la moto al riparo. Poi salgo in casa, accendo il climatizzatore e apro le imposte per cambiare un po' l'aria... e a questo punto sento un rumore che proviene da fuori, anche piuttosto incazzato: è un violento acquazzone che è appena iniziato. Ehm...
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