Nel mondo dell'orologeria sono definite "Complicazioni" tutte quelle
funzioni aggiuntive che l'orologio fornisce rispetto l'ora, i
minuti ed i secondi.
Ne esistono di semplici e banali (ormai entrate a far parte della
maggior parte dei segnatempo) ma ne esistono anche di incredibile
ingegnosità frutto di menti visionarie di eccezionale bravura.
Analizzeremo le complicazioni più diffuse evitando, di proposito, di
prendere in considerazione quelle frutto di intuizioni ottenibili
solamente tramite l'uso di (forti) stupefacenti allucinogeni.
La più semplice complicazione esistente è, banalmente, la data: l’indicazione,
cioè, (analogica o digitale) che fornisce il numero d'ordine del giorno del
mese.
La complicazione si estende in “doppia data” o “Gran data”, l'indicazione, cioè,
che viene fornita da due finestrelle distinte che possono essere, a seconda del
tipo di concezione, su due piani distinti, su piani complanari, su piani
complanari concentrici o su due dischi sovrapposti.

DayDate
Oltre alla data viene fornita anche l’indicazione del nome del giorno delle
settimana. Anche in questo caso la visualizzazione può avvenire in maniera
analogica o digitale.

E’ una funzione presente in molti orologi: la
fase lunare si compie in 29 giorni, 12ore, 44 minuti, 2,8 secondi.

Triplo Calendario.
Questo tipo di calendario indica la data, il giorno e il mese attraverso sistemi
analogici e/o digitali.
Calendario settimanale.
Offre una funzione aggiuntiva che, oltre alle altre, è in grado di fornire in
maniera analogica o digitale, anche il numero d'ordine della settimana corrente
(1, 2, 3,... 51, 52).
Calendario completo semplice.
L’insieme di tutte le funzionalità rerlative il calendario costituisce, appunto,
il Calendario completo.
I calendari descritti necessitano di una correzione manuale diverse volte
all'anno poiché non distinguono la differenza dei giorni dei 12 mesi (28, 29,
30, 31 giorni).
Calendario annuale.
A differenza del calendario completo semplice il Calendario annuale (che
visualizza la data, il giorno, il mese e spesso le fasi di luna) riconosce
automaticamente i mesi di 30 e 31 giorni. Si regola una volta l'anno nel
passaggio dal 28 e/o dal 29 febbraio al 01 marzo.
Calendario quadriennale.
Conosciuto anche come bisestile o semi-perpetuo, è in grado di riconoscere i
mesi di 30, 31 e 28 giorni. Non riconosce l'anno bisestile e si regola, di
conseguenza, una volta ogni 4 anni il 29 febbraio.
Calendario perpetuo.
Ci troviamo di fronte ad una delle grandi complicazioni più ambite e desiderate
dagli appassionati di Orologeria. In questo caso vengono riconosciuti tutti i
mesi, che abbiano essi 28, 29, 30, 31 giorni, dunque anche l'anno con mese
bisestile. Si regolerà il primo marzo del 2100 poiché il calendario gregoriano
impone che non sia un anno bisestile, così come gli anni di fine secolo con
doppio zero che non sono divisibili per 400, quindi, 2100, 2200, 2300, 2500,
2600, 2700, 2900 etc.
Vorrei ricordarvi, tra le righe, che stiamo parlando di dispositivi meccanici e
non elettronici: qui non esiste un circuito a cui fa capo un codice di
programmazione dove il softwarista ha memorizzato le date… qui esistono solo
ruote, bilanceri, e meccanismi…

L'indicazione avviene grazie a due camme il cui profilo fa muovere le
due lancette che indicano l'ora dell'alba e l'ora del tramonto. Ogni
camma ha una serie di ingranaggi di comando che le fanno fare un giro in
un anno e il profilo delle camme è studiato per dare l'ora di alba e
tramonto a una ben determinata latitudine:

 "Ovviamente" a luoghi geografici diversi (quindi a valori di latitudine diversi)
corrisponderanno profili di camma diversi.
Gli orologi astronomici presentano una varietà di indicazioni in relazione al
movimento dei pianeti e delle stelle.
Possono indicare l'altitudine e la
direzione di corpi celesti oltre l'orizzonte, le orbite dei pianeti intorno al
sole, le stagioni, i movimenti dello zodiaco, la posizione-declinazione del
sole, la parte della Terra illuminata dal Sole, la luna e le stelle nel cielo a
qualsiasi ora come sono visibile dalla Terra, il sorgere e il tramonto della
luna, la posizione del Sole e della Luna sull'eclittica, la posizione del nodo
discendente e ascendente dell'orbita lunare, eclissi di sole e della luna.
 Siamo
al cospetto di una tipologia di segnatempo verso cui è davvero
impossibile rimanere impassibili.
Di fronte a gioielli della tecnica come questi, sofisticati più di un
personal computer ma costituiti solo da parti meccaniche (assemblate
rigorosamente a mano), si intuisce una verità misconosciuta: anche ai
giorni nostri la meccanica, quando è "buona meccanica", può avere
la meglio - talvolta - sull'elettronica!
Gustiamoci qualche altro esempio:


COMPLICAZIONI CRONOGRAFICHE |
Chronostop.
Il chronostop è un cronografo che permette la misurazione del tempo
che intercorre tra due eventi, ma manca di una o più delle tre funzioni
caratteristiche del cronografo e cioè la partenza, l'arresto permanente e la
rimessa a zero permanente.
Varie sono le tipologie di cronografi che adottano questo sistema. Un esempio è
il Longines Chronostop denominato Stop-seconde, in cui la lancetta centrale dei
secondi è sempre in movimento. Essa può essere arrestata, mantenendo una leggera
pressione sul pulsante ad ore 2, ed essere riportata a zero con una pressione
più forte dello stesso pulsante, ma l’arresto e la rimessa non sono permanenti.
Terminata la pressione sul pulsante, la lancetta centrale dei secondi riparte.
Un altro esempio può essere l'Omega Chronostop che ha un pulsante e possiede una
lancetta centrale dei secondi crono che ha la caratteristica dell'azzeramento
istantaneo ma manca della funzione di arresto permanente. Si preme il pulsante
per avviare la misurazione, si preme nuovamente (e tenere premuto) per fermare
la lancetta (e leggere il tempo) e rilasciare il pulsante per la rimessa a zero.
Un esempio di chronostop recentissimo è il Retrotimer di Zenith, un particolare
cronografo sempre in attivo. Premendo sull'unico pulsante si resettano, senza la
necessità di arrestare, la lancetta dei secondi e quella dei minuti, ripartendo
al volo per una nuova misurazione.
Molto spesso, ma non sempre, il chronostop accompagna il sistema di conteggio a
un minuto.

Cronografo a un minuto.
Il cronografo a un minuto può essere uno dei tanti
cronografi che sono qui descritti in cui non si ha la possibilità di misurare un
evento per più di un minuto. Vale a dire che il cronografo possiede solo la
grande lancetta cronografica ma che manca di una lancetta e di un relativo
totalizzatore dei minuti.
Cronografo monopulsante.
Un tipo di cronografo nel quale, per mezzo di un solo pulsante,
sono ottenibili tre funzioni in sequenza obbligata; la partenza, l'arresto e
l'azzeramento.

Cronografo con doppio pulsante.
Mentre nel cronografo monopulsante non è
possibile far ripartire la grande lancetta del cronografo dopo l’arresto se
prima non la si è azzerata, in questo tipo si può farla ripartire senza
preventivamente azzerarla. Consente quindi la misurazione di fenomeni che
presentano momenti di pausa.

Cronografo flyback
La funzione flyback, anche chiamata retour
en vol permette di avviare istantaneamente una nuovo cronometraggio mentre il
cronografo è già in marcia. E' sufficiente, quindi, agire sul pulsante di
rimessa a zero senza la necessità di dovere preventivamente arrestare la
lancetta del cronografo.

Cronografo foudroyante.
Conosciuto anche come cronografo o a secondi fulminanti è un particolare
tipo di cronografo in cui
una delle sue lancette compie un giro in un secondo, arrestandosi 4, 5, 8, 10
volte, a seconda della frequenza di oscillazione del suo movimento, per indicare
quarti, quinti, ottavi o ancora decimi di secondo.

Cronografo rattrapante.
Identificato anche come split second o sdoppiante è un particolare tipo di
cronografo nel quale si hanno due lancette cronografiche centrali, una
sovrapposta all’altra. È impiegato per rilevare il tempo di due fenomeni che
hanno lo stesso inizio ma non terminano nello stesso momento. Dopo la comune
partenza, una delle due lancette può essere arrestata, consentendo così una
prima misurazione, poi, riavviandola con la pressione su di un apposito
pulsante, raggiunge di scatto l’altra lancetta in movimento alla quale si
sovrappone, marciando poi di nuovo insieme. Si può ripetere all’infinito la
sequenza citata. All’azzeramento, le due lancette possono essere riportate, una
indipendentemente dall’altra, sullo zero del quadrante.
Cronografo doppio rattrapante.
Questo tipo di rattrapante, a differenza di
quello sopra descritto, presenta anche due lancette cronografiche dei minuti
sovrapposte. La funzione è la medesima di quella descritta per i secondi:

Eh... peccato - però - dover rinunciare alle utili funzioni acustiche
tipiche degli orologi elettronici... vero?
Niente di più sbagliato.
Qua si va ben oltre.
Analizziamo le complicazioni a suoneria... e capirete il perchè!
Svegliarino.
L'orologio dotato di movimento in grado di emettere un segnale sonoro
continuo (15/20 secondi o più) a un’ora impostata tramite pulsante e lancetta
dedicati. In genere questi orologi hanno due bariletti e due corone di carica
(per evitare che a causa di un utilizzo intenso della suoneria ne risenta la
marcia del movimento base), ma anche uno solo, nel qual caso sono dotati di un
dispositivo che interrompe lo scaricamento della molla a fine suoneria.
Suoneria con ripetizione delle ore.
L'orologio a ripetizione munito di un unico
martelletto e gong che suona le ore.
Suoneria con ripetizione delle ore e delle mezz'ore.
L'orologio che batte le ore e
le mezze ore. Le mezze ore vengono battute con un solo colpo dello stesso timbro
delle ore.
Suoneria con ripetizione a quarti.
L'orologio che suona le ore ed i quarti passati
dall'ora battuta. Timbro grave per le ore, doppio timbro, acuto-grave per i
quarti.
Suoneria con ripetizione a mezzi quarti.
Si tratta di un orologio a ripetizione
che batte ore, quarti ed un ulteriore colpo quando la lancetta dei minuti ha
raggiunto la metà della distanza tra due quarti d'ora.
Suoneria con ripetizione decimale.
Si tratta di una ripetizione che suona le ore con una
seconda serie di colpi che battono i dieci minuti.
Suoneria con ripetizione a cinque minuti.
Questo tipo di ripetizione indica le
ore e batte anche i cinque minuti passati dopo l'ora battuta.
Suoneria con ripetizione a minuti.
Ripetizione che suona le ore, i quarti ed i
minuti passati dopo i quarti. Le ora vengono battute con un timbro grave, i
quarti con doppio timbro, acuto-grave, i minuti con timbro acuto.
Ripetizione muta.
Conosciuta anche come ripetizione "con sordina" può rientrare in tre tipi:
quarti, 5
minuti, minuti; la differenza è rappresentata dal fatto che il martello, invece di battere su di un
timbro, batte sulla cassa. Non si percepisce un suono ma le vibrazioni della
cassa stessa.
Suoneria al passaggio "Piccola e Grande".
Il meccanismo detto "Grande suoneria"
suona al passaggio le ore e i quarti ripetendo le ore ad ogni quarto. La
"Piccola suoneria" suona, allo stesso modo, le ore e i quarti ma senza ripetere
le ore ad ogni quarto.
Tutti questi sistemi sono generalmente muniti di un pulsante di bloccaggio
"Silenzio" azionabile a volontà. Negli orologi moderni il sistema di suoneria al
passaggio è quasi sempre completato dalla ripetizione a minuti.
Suoneria "Al passaggio dell'ora".
Anche nota come Clockwatch: esistono casi in cui la suoneria
al passaggio suona solo l'ora e non accompagna la ripetizione minuti, come nel
San Marco di Ulysse Nardin. Od anche, come nel caso dello Chopard Strike One
che, però, suona solo un colpo ad ogni passaggio.
Suoneria cattedrale.
Gli orologi con ripetizione cattedrale hanno la
particolarità di avere dei gongs con una lunghezza quasi doppia rispetto a
quella di un timbro abituale e sono avvolti intorno al movimento per almeno una
volta e mezzo le sue dimensioni, al fine di emettere un suono di qualità
eccezionale.
Suoneria a carillon o Westminster.
Gli orologi con suoneria carillon o
Westminster, sono dotati di tre o più timbri (quattro per il Westminster).
Prendono questa denominazione poiché la melodia del Parlamento di Londra era il
più celebre del suo tempo.
Montre à musique.
Ad ogni passaggio dell'ora, l'orologio suona un motivetto.
Sempre lo stesso che si può ripetere a volontà.
Automi o Jacquemart.
Figure lavorate a sbalzo o in smalto a colori presenti sul
quadrante o sul fondello di alcuni orologi, con parti del corpo o altri elementi
snodati che si muovono simultaneamente ai rintocchi della suoneria. La parte
mobile degli automi, attraverso un`apertura sul quadrante o fondello, è
collegata ai martelli della suoneria che picchiano contro i gong anulari.


Indica la durata in giorni oppure in ore dell'autonomia di funzionamento
residua di un movimento dopo il raggiungimento del massimo della carica,
valore visualizzato da un indicatore istantaneo analogico (lancetta su
un settore) o digitale (attraverso una finestrella):

Esistono anche delle complicazioni che "non hanno molto senso"...
ma che comunque vale la pena citare perché risultano essere piuttosto
divertenti.
Ore saltanti.
La lancetta, invece di progredire in
modo continuo, salta da un'ora all’altra spostandosi anche in questo caso di
scatto.

Indicazioni retrograde.
In presenza di affissioni retrograde, le lancette
descrivono un arco di cerchio prima di giungere a destinazione e tornare alla
loro posizione iniziale per poi riprendere un nuovo cammino. L'orologio, in
questi casi, è dotato di un complesso meccanismo di cremagliere, cricchetti e
molle. Spesso questa soluzione è utilizzata in abbinamento a orologi con
indicazioni a visualizzazione saltante.

Orologio "misterioso".
Sono così chiamati quegli orologi con quadrante
trasparente, che non mostra traccia del movimento, così che l'orologio sembra
azionato da una forza misteriosa. Il movimento, di forma particolare, è
posizionato intorno al quadrante lungo i bordi della cassa ed è nascosto agli
occhi di chi osserva. Furono costruiti dalla seconda metà del XIX° secolo.

Funzione Regata.
Gli orologi da regata sono equipaggiati da una funzione di
conto alla rovescia, in genere di dieci minuti, che permette di visualizzare gli
ultimi minuti prima dell'inizio della competizione. La visualizzazione avviene
tramite finestrelle che cambiano progressivamente colore o attraverso lancette
che si muovono su piccoli contatori.

Ora... fate una pausa e gustateVi una buona tazza di te perché
c'è dell'altro.
Si tratta di un concetto rispetto al quale è verosimile uno sbroccamento
istantaneo: sconsigliamo di procedere con la lettura del Capitolo alle
persone deboli di cuore ed alle donne in stato di gravidanza.
Un discorso a parte, infatti, merita la complicazione del famoso Tourbillon.
Basandosi sulla sola definizione di complicazione, in realtà, si
potrebbe affermare che il Tourbillon rappresenti una vera e
propria "Complicazione" ma, piuttosto, un modo differente, certamente più
complesso, più attraente ed affascinante, per realizzare lo scappamento
dell'orologio.
Tourbillon è la parola francese, semplificazione di Regulateur à tourbillon,
con cui si indica un particolare meccanismo, inventato da Abraham-Louis Breguet,
brevettato il 26 giugno 1801
contenuto negli orologi meccanici a carica manuale o automatica: suo fine è
permettere la riduzione per compensazione delle irregolarità di marcia accusate
dall'orologio a seconda della posizione in cui è posto, connesse all'azione
della gravità terrestre.
Sinteticamente, esso è costituito, nella sua forma più semplice, da una
gabbia rotante lungo un asse centrale e contenente lo scappamento,
l'ancora e il bilanciere con la relativa spirale:

Grazie al moto
circolare, che provoca il perpetuo spostamento del gruppo regolatore, il
bilanciere si comporta come se l'orologio girasse lungo una circonferenza, ossia
annullando con l'anticipo accusato in una posizione il ritardo accusato in
un'altra.
Ma come funziona questo sofisticato "ingranaggio"?
Chi lo ha ideato?
E perché gli orologi con tourbillon sono così preziosi?
Per un appassionato di orologi la parola francese
tourbillon significa molto: è il sogno, l’apice della tecnica
orologiera, il simbolo del lavoro dell’orologiaio più abile e competente, la
firma d’autore del fuoriclasse e, infine, uno status symbol per pochi, veri,
intenditori.
“Ingranaggio” complesso e sofisticato, il tourbillon fu ideato a fine Settecento
da colui che è considerato il padre dell’orologeria moderna, Abraham-Louis
Breguet, che lo brevettò nel 1801.
Con questa invenzione egli riuscì a
migliorare notevolmente la precisione di marcia dell’orologio da tasca
(all’epoca, i modelli da polso ancora non esistevano), compensando gli anticipi
e i ritardi dovuti all’effetto della forza di gravità.
L’orologio da tasca,
infatti, soffriva di variazioni di marcia dovute alla posizione in cui era
tenuto la maggior parte del tempo: in verticale, riposto in un taschino.
Posizionato sul lato quadrante dell’orologio o sul retro, il tourbillon si
presenta come una gabbia mobile che ruota su se stessa, compiendo un giro al
minuto, al cui interno sono visibili altri componenti in movimento: il
bilanciere, collegato alla molla a spirale, che oscilla attorno al proprio asse;
l’ancora, che “dondola” fra due piccoli perni emettendo il classico “tic-tac”;
la ruota di scappamento, che gira in modo continuo sul suo asse e interagisce
con l’ancora.
Questi piccoli pezzi meccanici che si muovono in perfetta sincronia, e allo
stesso tempo ruotano intorno all’asse della gabbia, creano un gioco quasi
ipnotico di rara bellezza.
Come funziona il tourbillon?
Quando l’orologio non è in posizione orizzontale, la forza di gravità può
influenzare il movimento oscillatorio del bilanciere, causando ritardi o
anticipi nell’indicazione dell’ora.
Questo accade se il bilanciere non è
perfettamente equilibrato, ovvero il suo baricentro non coincide con il centro
geometrico del bilanciere stesso, dove si trova l’asse di rotazione.
In un
bilanciere perfettamente equilibrato, invece, baricentro e asse di rotazione
coincidono, di conseguenza, in qualsiasi posizione si trovi l’orologio, la forza
di gravità non interferisce.
Breguet decise di risolvere il problema montando il bilanciere-spirale in una
gabbia che ruota attorno a un asse coincidente con l’asse del bilanciere stesso.
In un giro della gabbia, il bilanciere-spirale si trova a oscillare con il
proprio baricentro in tutte le possibili posizioni simmetriche rispetto al piano
verticale passante per l’asse di rotazione.
Grazie a questo complicato
espediente, nel corso di una rotazione di 360° del tourbillon, i ritardi e gli
anticipi che uno squilibrio del bilanciere provoca nelle diverse posizioni si
compensano automaticamente, a tutto vantaggio della precisione.
Oggi, il problema di un difetto nella costruzione del bilanciere è superato e,
oltretutto, l’orologio da polso non è costantemente tenuto in posizione
verticale come quelli da tasca, tuttavia la passione per il tourbillon non
accenna a diminuire.
Perché gli orologi con tourbillon sono così preziosi?
Il tourbillon è un meccanismo piccolo e particolarmente delicato: il suo
assemblaggio e la successiva regolazione sono procedimenti lunghi e complessi,
cui si deve aggiungere la finitura delle parti che lo compongono, in molti casi
lucidate a specchio con un lavoro artigianale che non può in alcun modo essere
sostituito da una macchina.
Diamo un'occhiata, ad esempio, ad alcune fasi di lavorazione che
coinvolgono un
segnatempo che prevede il montaggio del Tourbillon:
 |
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Posizionamento si un ponte
in oro sul movimento. |
Posizionamento del Tourbillon.
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Posizionamento del Tourbillon
sul movimento. |
Assemblaggio dei tre Ponti
d'oro sul movimento. |
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Posizionamento delle lancette.
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Posizionamento del movimento
nella cassa. |
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Posizionamento della corona.
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Posizionamento del fondello sulla cassa.
|
La capacità di un’azienda di progettare e produrre in proprio un movimento con
tourbillon è indicativa del grado di specializzazione della Casa e delle sue
abilità produttive.
Un tourbillon, nelle intenzioni di un costruttore, vuole racchiudere in sé tutte
quelle caratteristiche di qualità ed eccellenza che sono proprie del marchio
stesso.
Nella sua realizzazione, una Casa orologiera investirà le proprie risorse
migliori e più costose, in termini di qualità e di tempo: le macchine più
sofisticate, gli orologiai più bravi, il più accurato controllo qualità, le
finiture più elevate, i materiali più pregiati.
I tourbillon moderni
Originariamente il dispositivo del tourbillon era posizionato sul retro del
movimento e visibile solo aprendo la cassa dell’orologio da tasca.
Con la
rinascita dell’orologeria meccanica, negli anni ‘80, che ha visto un grande
sviluppo delle complicazioni orologiere, si è riscoperta la magia del
tourbillon, introdotto definitivamente nell’orologio da polso.
Da allora, nella
maggior parte degli orologi, la gabbia rotante del tourbillon è visibile sul
quadrante attraverso un’apposita apertura, secondo il modello proposto dalla LIP
per la prima volta nel 1948.
Tra i primi marchi a reintrodurre il tourbillon, a vista sul quadrante, negli
anni ‘80 vi furono Audemars Piguet e Daniel Roth. Alcune Case orologiere
particolarmente fedeli alla tradizione, come Patek Philippe, continuano ancora
oggi a nascondere il tourbillon alla vista: un segreto che il possessore del
prezioso meccanismo potrà svelare a chi vuole, slacciando l’orologio dal polso.
Nella storia dell’orologeria da tasca merita assolutamente di essere citato un
orologio che è diventato il simbolo della Casa che lo ha creato: il Tre Ponti
d’Oro di Girard-Perregaux: dopo quasi un secolo e mezzo, il
meccanismo brevettato nel 1884 è ancora perfettamente attuale.
Realizzato con cassa in oro rosa o bianco, la platina è sabbiata per
sottolineare i Tre Ponti d’oro ed il tamburo del bariletto traforato si
apre su un micro-rotore:

Le nuove caratteristiche del
Girard-Perregaux Tourbillon con Tre Ponti d’oro sottolineano
un’architettura su cui il tempo non ha dominio.Il suo movimento è talmente bello ed elegante
che, negli anni ‘90, la Casa ha pensato bene di trasformarlo in un orologio da
polso, portando a vista sul quadrante il tourbillon e i caratteristici tre ponti
in oro dalla foggia a freccia.
Sul fronte odierno, l’offerta è varia e sfaccettata, sebbene si tratti di una
tipologia di orologi di altissimo valore, perlopiù declinati con casse in
metallo prezioso.
Non mancano, tuttavia, esempi di tourbillon con cassa in
acciaio, come quelli proposti da Jaeger-LeCoultre, Graham e Zenith.
Tra questi, il Master Tourbillon di Jaeger-LeCoultre può fregiarsi del trionfo
al concorso di cronometria di Le Locle del 2009 per la sua altissima precisione
di marcia, rendendo il giusto omaggio alla motivazione che spinse Breguet a
sviluppare questo meccanismo:

Grazie a un nome della moda quale Chanel, dal 2005 possiamo poi annoverare fra
gli orologi con tourbillon anche un modello con cassa in ceramica high-tech: si
tratta del J12 Tourbillon, non necessariamente un modello da donna:

Il tourbillon è un simbolo della tradizione orologiera, ma questo non ha
impedito alle Case di continuare a svilupparne il preziosismo tecnico. Perciò
oggi possiamo godere di realizzazioni ancora più sofisticate e visionarie
rispetto al tourbillon di Breguet, con gabbie sferiche doppie o addirittura
triple, che ruotano disegnando meravigliose evoluzioni sui quadranti di orologi
esclusivi, prodotti in pochissime unità per la gioia degli appassionati più
esigenti.
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