Abbiamo praticato questo bellissimo Sport per oltre un decennio
iniziando poco più che maggiorenni. Con il tempo abbiamo imparato,
vissuto ed infine insegnato uno degli Sport più
entusiasmanti e fantasiosi che è possibile praticare nel nostro Paese.
Che cos'è, in pratica, il SoftAir?
Il SoftAir è una simulazione di un'azione di guerra: le tecnologie utilizzate, la logistica adottata e le strategie di
ingaggio rispecchiano quelle di reale utilizzo sui campi di battaglia;
ciò che cambia (e non è poco) è la tipologia di "proiettile" che si
utilizza che risulta essere "innocua" per le
persone.
Ed è proprio in virtù di questa peculiarità (che può sembrare banale)
che il SoftAir si pone in modo molto particolare rispetto le reali
situazioni di guerra: nel SoftAir, infatti, vi è la possibilità di imparare dai propri errori
il che offre l'opportunità di migliorare
ciclicamente!
Non è capitato di rado di confrontarci in azione con Personale
dell'Esercito effettivo: più di una volta, paradossalmente, la nostra
esperienza ha avuto la meglio e, naturalmente, non certo perché gli elementi fossero
scadenti o non si impegnassero a sufficienza.
Il fatto è che il giocatore di SoftAir può contare su un enorme
vantaggio rispetto alle situazioni reali ad elevato pericolo:
non "morendo mai", infatti, si riesce a praticare l'attività
per moltissimi anni acquisendo - di fatto - sempre maggior bravura!
Come si gioca?
La teoria è semplice: i proiettili che si utilizzano sono di forma
sferica e, anche se in taluni casi possono raggiungere una ragguardevole
potenza d'impatto, non hanno capacità penetrativa e, teoricamente, non
provocano perforazioni nella pelle.
Di conseguenza quando si viene colpiti ... ci si considera "morti" e si
viene di fatto eliminati dal gioco.
Le prime esperienze di gioco, inutile negarlo, risultano essere
parecchio frustranti: confrontandosi con giocatori esperti si
finisce inevitabilmente per essere sconfitti senza alcuna possibilità di
sorta.
Questa condizione iniziale può essere affrontata
in due modi contrapposti: può demotivare (e portare - quindi - all'abbandono dal SoftAir) o può spronare a far meglio:
in quest'ultimo caso ci si trova ad affrontare "un nuovo mondo" e si inizia un
lungo percorso fatto di anni (di decenni) costellato da piccoli progressi acquisiti
sul campo di battaglia che offrono la possibilità di diventare un buon
giocatore e, quindi, di iniziare a divertirsi sul serio.
Il SoftAir si caratterizza, quindi, per un lungo, lunghissimo periodo di
gavetta durante il quale è opportuno affrontare le partite con spirito
critico, con gli occhi bene aperti e disposti a far tesoro dei consigli
dispensati dai "veterani". Attenzione, però, un consiglio che
proviene da un
commilitone esperto è e deve essere "solo" un buon punto di partenza e
non un dogma da non mettere in discussione: solo in questo modo è
possibile crescere e superare le aspettative (proprie e quelle degli
altri)!
Occorre imparare a "capire" la natura, con estrema umiltà.
Se è necessario è opportuno "dimenticare" quelli che sono i normali parametri che si
utilizzano in
ambiente tipicamente civile e re imparare d'accapo: sviluppare l'istinto, imparare a
cogliere i rumori, gli odori, rimanere concentrati fino al punto di
riuscir a distinguere anche i più piccoli movimenti
nella fitta boscaglia.
Praticando il SoftAir si impara, col tempo, a familiarizzare con quelli
che diventano presto gli "strumenti indispensabili" per affrontare ogni
tipo di terreno: GPS, bussola e radio in primis.
La cartografia, in particolare, è un aspetto molto intrigante di questo
Sport: abituati ai navigatori di tipo stradale ci si rende subito conto
che seguire una rotta in un bosco è tutta un'altra cosa: abbinare le competenze tipiche del GPS a quelle specifiche della
cartografia
(con topografie di tipo cartaceo) richiede - infatti - anni.
Ovviamente curare al massimo la mimetizzazione è fondamentale: quella
che, all'inizio, sembra una tuta mimetica "normale" si impara, col
tempo, a distinguerla da un'altra e si arriva ad intuire quale può
essere il modello più adatto ad
ogni situazione.
La mimetizzazione efficiente si ottiene con la cura dei dettagli; viso
ed accessori devono concorrere al risultato finale: si punta ad essere
"invisibili" in mezzo alla natura che ci circonda.
Come tutti gli sport di squadra uno degli aspetti più apprezzati è il
fattore umano: si presentano sempre nuove opportunità per socializzare e
fare nuove amicizie che, talvolta, continuano a vivere anche al di fuori dei campi di gioco.
Il SoftAir è un mix eccezionale di abilità, istinto e fisicità in
perfetto sodalizio con attrezzature d'avanguardia e sinergia tra gli
individui!
Praticando il SoftAir ad un certo livello ci si cimenta nelle
partite con qualsiasi condizione meteorologica: caldo intenso o
freddo estremo non fermano il giocatore appassionato!
Avere un buon allenamento fisico
di base aiuta molto, ma non è una condizione
necessaria: spesso, infatti, l'esperienza è in grado di compensare un
eventuale deficit fisico.
Il SoftAir non è uno sport tipo il Tennis (senza nulla togliere a questo
nobile sport) dove è concepibile una partita, ogni tanto, anche
solo per divertirsi un po'.
Il SoftAir richiede una totale dedizione sia a livello fisico
che, e soprattutto, a livello psicologico: a SoftAir si gioca o non si
gioca.
Solo in questo modo è possibile emergere ed ottenere buoni risultati.
Evitando di saltare gli appuntamenti sui campi di gioco si acquisisce
una sorta di "confidenza" che regala una marcia in più rispetto gli
altri: mantenere vivo l'istinto e l'intuizione, in questo Sport, sono le
chiavi per il successo.
E' uno sport che, quindi, impegna un sacco di tempo: per essere
praticato ad alto livello occorre anche allenarsi durante la settimana
e, inevitabilmente, anche i rapporti personali ed i legami famigliari
possono - seppur in modo lieve - risentirne un po'.
Diviene una sorta di "droga", una "droga buona" certo, ma pur sempre una
"droga".
Certo... è anche possibile, di tanto in tanto, magari quando il campo di
gioco non è particolarmente difficile e quando le condizioni
meteorologiche non sono troppo estreme, indossare la mimetica e fare una
partitella.
Ma Noi, qui, abbiamo parlato d'altro.
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