C.O.S.C., acronimo per Contrôle Officiel Suisse des Chronomètres, è una sigla con la quale si identifica un ente di certificazione cronometrica con sede in Svizzera.

Venne costituito nella sua forma originaria nel 1973 dai cinque cantoni che ospitano la maggior parte delle manifatture d'orologeria (Berna, Ginevra, Neuchâtel, Soletta e Vaud) in collaborazione con la Federazione dell'Industria Svizzera d'Orologeria: esso certifica la qualità dei calibri montati sugli orologi nel momento in cui escono dai laboratori d'analisi (e non, attenzione, in quello in cui escono dal ciclo produttivo).

Attualmente dispone di tre laboratori, con sedi a Bienne, Ginevra e Le Locle (i primi due dei quali analizzano principalmente movimenti realizzati da Rolex).
Quando un movimento passa la certificazione, viene identificato con un numero univoco e gli viene allegato il Bollettino di marcia.


 

CERTIFICAZIONE CRONOMETRO


Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta, cercando di capire in base a quali criteri vengono svolti questi test e, in termini oggettivi, in cosa consiste la precisione di un "cronometro".

Secondo imprescindibili regole dettate da una norma, N.I.H.S. (Normes de l’Industrie Horlogère Suisse) l’orologio da polso candidato ai test deve esigere uno scarto medio di marcia giornaliera compreso tra -4 e +6 s/d (secondi al giorno). Seguendo alla lettera questa norma, i movimenti vengono controllati a temperature nominali di 8, 23 e 38 gradi centigradi, con tolleranze di +/-1 grado e, dato non meno importante, in diverse posizioni per 15 giorni. Gli orologi depositati presso un Bureau per la prova vengono ripartiti con grande precisione seguendo un "genere" ed una "categoria". Questi i cinque generi previsti: orologi da polso con sistema bilanciere-spirale; orologi da tasca con sistema bilanciere-spirale; apparecchi orari in posizione fissa con sistema bilanciere-spirale; orologi da polso con oscillatore al quarzo; apparecchi orari in posizione fissa con oscillatore al quarzo.

Le categorie si dividono invece in due gruppi: alla categoria 1 appartengono i movimenti con diametro di incassaggio inferiore ai 20 mm; alla categoria 2 quelli con diametro d’incassaggio superiore o uguale sempre ai 20 mm.

Altrettanto precisi sono i criteri che vengono seguiti per il controllo dei requisiti minimi necessari: scarto giornaliero medio; variazione media di marcia; più grande variazione di marcia; differenza fra la marcia in posizione verticale ed in posizione orizzontale; più grande scostamento dallo scarto giornaliero medio; variazione di marcia in funzione della temperatura; ripresa di marcia (è la differenza tra lo scarto registrato l’ultimo giorno di prova e la media aritmetica degli scarti dei primi due giorni).

Questi controlli vengono effettuati dal C.O.S.C. (i cui laboratori possono testare fino a 500.000 orologi l’anno) con apparecchiature sofisticate e all’avanguardia che si basano su due sistemi, di controllo tendenzialmente simili e completamente automatizzati: uno opto-elettronico (detto Captetat) ed uno video a telecamera digitale (il recentissimo Vision), basati entrambi sul rilevamento della posizione della lancetta dei secondi in ogni movimento e sul confronto automatico e in sequenza con quella corrispondente all’ora dell’orologio pilota di riferimento (un modello radiocontrollato). In tutti e due questi sistemi il rilevamento e la registrazione degli scarti sono affidati, per ottenere la massima precisione possibile, ad un computer.

Una volta superati i test, il C.O.S.C. rilascia il "prezioso" documento di certificazione che attesta la completa conformità dell’orologio, in termini di requisiti, alla definizione di cronometro.

Il titolo di cronometro indica che l’orologio è in perfette condizioni di marcia e che la sua elevata precisione generale corrisponde alle norme ufficialmente stabilite per gli orologi svizzeri di qualità superiore.

La certificazione è di diversa natura (ed ha un costo variabile) che dipende, soprattutto, dal tipo di documento – bollettino di marcia o certificato – richiesto dalla Maison orologiera e dai dati su di esso riportati.

Con il bollettino di marcia la Maison ed il futuro possessore dell’orologio ricevono una documentazione che, oltre ad attestare che quell’esemplare ha superato gli esami del C.O.S.C. per diventare cronometro, riporta nei particolari i risultati conseguiti in ogni singolo test;

con il certificato, invece, i dettagli delle prove non vengono sottolineati e viene dichiarata "semplicemente" la completa conformità del movimento ai parametri decisi dalla norma N.I.H.S.

Una problematica che non tutti prendono in considerazione è che le diverse abitudini e le attività svolte da chi indossa l’orologio – lasciandolo riposare, ad esempio, più o meno a lungo di notte e non sempre nella stessa posizione – possano influire sulla sua marcia.
Se l'orologio, ad esempio, perde o guadagna qualche secondo ogni giorno (in un giorno ci sono 86400 secondi) è possibile effettuare una sorta di regolazione senza l'aiuto di un esperto.

La precisione di un orologio varia leggermente in relazione alla sua posizione. Non indossatelo durante la notte e riponetelo come segue:
- per guadagnare alcuni secondi: riponete l'orologio in piano con il quadrante verso l'alto;
- per perdere alcuni secondi: riponete l'orologio verticale con la corona verso il basso;
- per perdere ancora più secondi: riponete l'orologio verticale con la corona verso l'alto.

Spesso la certificazione di Cronometro appare indicata sul quadrante stesso del segnatempo a dimostrazione di ulteriore segno di distinzione:



La certificazione del C.O.S.C., però, non rappresenta il criterio di valutazione più restrittivo in assoluto: alcune Maisons sono in grado di porsi, all'interno della loro area produttiva, parametri costruttivi ancora più ambiziosi arrivando "ben oltre" la "semplice" certificazione di Cronometro!

La Patek Philippe, ad esempio, si fregia dell'esclusivo punzone di Ginevra, un misconosciuto logo che identifica l'olimpo dell'alta orologeria:
 


In questi casi beh... ci troviamo di fronte a Prodotti da un terzo di milione di euro e quindi... aspettarsi qualche "cosa di più"... non deve sconvolgere più di tanto.

Ma come valutare, in pratica, la precisione del nostro Segnatempo?
E ancora: come comportasi per "tarare" la loro precisione?

Gli orologi dotati di lancette e movimento con ingranaggi (quindi non con moduli al quarzo, ma con calibri meccanici), siano essi a carica manuale che automatica, hanno bisogno, infatti, di essere registrati.
Gli orologiai sono dotati di strumenti costosi (parliamo di un paio di migliaia di euro) e ingombranti che fanno un vero e proprio “elettrocardiogramma” dell’orologio, “auscultandolo” con un microfono in posizioni diverse e disegnando un tracciando con i tic e i tac, per sapere il ritardo o l’anticipo del meccanismo e quindi consentire di intervenire per le regolazioni.

Per misurare la precisione del Vostro segnatempo ed essere in grado, autonomamente, di avere una prima valutazione della qualità del Vostro prodotto, vi forniamo un'interessante opportunità ottenuta sfruttando la tecnologia dello smartphone!

Il vantaggio sarà evidente: anziché aspettare mesi per capire se la marcia dell’orologio è corretta, si può avere subito il risultato è di ottima qualità.

Esiste, infatti, un'APP in grado di misurare la precisione del nostro orologio meccanico: si chiama Kello ed è disponibile, nell'Apple Store, al seguente link:

 


Kello, giunta alla sua seconda e molto migliorata edizione, fa questo mestiere sfruttando il microfono della cuffia dell’iPhone e auscultando il battito del nostro segnatempo preferito. Certo, la cuffietta non è il miglior stetoscopio digitale del pianeta: meglio tenere un pezzo di stoffa alla base e cercare di posizionare il microfono il più vicino possibile allo scappamento (la parte che materialmente ticchetta dell’orologio) e per 6,99 euro se si è abbastanza accorti si riesce ad accumulare i dati sufficienti per avere una lettura adeguata.
 


Nel video che Vi proponiamo viene spiegato come fare ad avere una lettura sufficientemente buona: molte volte al primo colpo, se non si conosce abbastanza bene il modo per farlo, si rischia di non aver alcun segnale.

Innanzitutto Kello è in grado di identificare la frequenza dell’orologio meccanico (vale a dire la velocità con la quale il bilanciere oscilla) e identifica quella giusta tra le otto principali utilizzate nei movimenti contemporanei (da 14.400 battiti per ora ai 36mila).

Kello è in grado di funzionare solo con orologi meccanici, inizia ad “auscultarlo”, raccogliere 30-60 secondi di informazioni, le analizza e fornisce il risultato dell’andamento dell’onda del ticchettio sotto forma di anticipo o di ritardo dell’orologio rispetto al riferimento offerto dallo smartphone stesso (che è al quarzo e costantemente regolato dal segnale trasmesso tramite l’operatore) nella scala dei secondi o dei decimi di secondo guadagnati o persi al giorno.
 


Non si tratta tanto di avere l’ora esatta perfetta, quanto di capire se l’orologio "marcia" in maniera regolare o no. Nel caso si tratti di un orologio meccanico anche di poco valore ma al quale siamo affezionati e i parametri siano molto discordi (+/-20 secondi al giorno, ad esempio) possiamo pensare di portarlo da un orologiaio di fiducia sia per farlo regolare (operazione semplice e dal costo contenuto) o ancora meglio per fargli la manutezione (pulizia e ingrassaggio), cosa che dovrebbe essere fatta almeno una volta ogni tre-quattro anni, se non si vuole rischiare di vedere molto logorati i delicati meccanismi dell’orologio.

Ecco il video:
 





 



 


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